Sabato, 28 Dic 24

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Deposito giudiziario, negata la riapertura

Tutte le ordinanze di rimozione di auto e moto, sequestrate e arrugginite, parcheggiate da anni in uno spiazzale di Via Appia sono rimaste sulla carta

La situazione è così da almeno quattro anni

Il 9 ottobre scorso il nuovo amministratore della società che gestisce il deposito giudiziario di Via Appia alla VII e VIII traversa, aveva presentato la SCIA, la documentazione necessaria per la riapertura e prosecuzione dell’attività di fatto sotto sequestro da gennaio del 2009 per gravi motivi d’igiene, di sanità, e di sicurezza pubblica. La chiusura del 2009 fu l’ultimo atto di una lunga serie di controlli e di accertamenti dovuti dopo che un gravissimo incendio doloso distrusse un deposito vicino e procurò molti danni alle auto e ai mezzi presenti nel parcheggio del deposito giudiziario. Il deposito, sito a pochi metri dal Liceo Scientifico De Caprariis da alcune civili abitazioni, fu oggetto di verifiche e accertamenti da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale, da parte degli uomini dell’ARPAC di Avellino, degli ispettori del Corpo Forestale e da parte della Procura di Avellino.  Dalle indagini risultò anche che il deposito fosse privo, secondo la prima ispezione, di alcuni importanti requisiti e di alcune autorizzazioni. Con ordinanza sindacale il deposito fu chiuso e la società fu intimata di sgomberare e di risanare l’area sotto sequestro. A distanza di anni. I responsabili della ditta non si sono mai interessati allo sgombero e tanto meno al ripristino dei luoghi, tant'è che le carcasse di auto, motorini e video giochi sequestrati sono ancora tutti lì ad arrugginire. C’è un provvedimento penale ancora in corso nei confronti di due dei responsabili del deposito e visto che il deposito non è stato messo ancora in sicurezza, il Comune ha rigettato la SCIA del nuovo amministratore e ha ordinato alla stessa il divieto di prosecuzione dell’attività e la rimozione degli effetti dannosi prodotti dalla SCIA presentata in data 9 ottobre 2013 e anche il divieto di svolgere l’attività di parcheggio e non di autoveicoli sequestrati. Come responsabile dell’applicazione di tale procedimento amministrativo è stato indicato il Comandante della Polizia Municipale Domenico Giannetta. Resta l’amaro in bocca per tutto quello che è successo e meno male che il Comune ha vigilato e si è opposto alla riapertura, altrimenti oltre al danno si sarebbe aggiunta la beffa. Il problema è che la ditta non ha alcuna intenzione di sgomberare e di bonificare l’area, poiché è difficile e costoso. Tale fardello dovrebbe ricadere proprio sul Comune, che dovrà individuare una nuova area ritenuta idonea come nuovo deposito giudiziario, o un altro deposito giudiziario, per poter trasferire le centinaia di auto e moto parcheggiate da anni e poi provvedere anche alla bonifica dell’intera area, ecco perché si attende la sentenza del giudice.

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