Mercoledì, 01 Gen 25

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Stasera prende il via al memorial “Casillo”

Parte il torneo di calcetto intitolato al 23enne scomparso nel 2006 per un tumore linfatico

Simone Casillo

«Il suo sorriso riempiva di gioia gli occhi di chi lo circondava» è una delle frasi più ricorrenti pubblicate su Facebook in questi giorni che precedono l’inizio dell’atteso torneo che porta il nome di “Simone Casillo”. Un “ragazzone” venuto a mancare nel 2006, all’età di 23 anni, a causa di un tumore alle ghiandole linfatiche. La sua famiglia, il papà Silvano, la sorella Mafalda, il cognato Ciro, il nipotino Simone, lo ricordano ogni anno organizzando, in collaborazione con Sergio Argenio, un memorial che si svolge nell’impianto di via Salvi (ex contrada Santissimo) che oggi porta proprio il nome di “Simone Casillo” dopo l’intitolazione avvenuta lo scorso anno. E dopo un mese abbondante di preparativi, il torneo sta per iniziare. Oltre duecento ragazzi animeranno ogni giorno per circa un mese l’impianto di via Salvi gestito da Sergio Argenio.

Il calcio d’inizio è previsto per stasera, alle 20:30, dopo la Santa Messa delle 19:30 e soprattutto dopo che, nel pomeriggio, alle ore 16:30, nella sala consiliare del Comune, si svolgerà un convegno molto importante dal titolo “Il linfoma di Hodgkin - Perché donare” sull’importanza della donazione del sangue per sconfiggere i tumori che colpiscono le ghiandole linfatiche. Hanno assicurato la loro presenza il prof. Antonello Pinto (primario del reparto di Oncoematologia del “Pascale” di Napoli), il dott. Gianpaolo Marcacci (oncoematologo della Fondazione “Pascale” di Napoli che ebbe in cura Simone) ed il dott. Adolfo Mazzeo (Dirigente medico di Immunoematologia e presidente dell’associazione “Fratres" di Atripalda).

Quest’anno, infatti, la famiglia Casillo ha voluto fortemente che il memorial rappresentasse non solo l’occasione per ricordare Simone, ma anche per sostenere l’importanza delle donazioni di sangue nella lotta ai tumori. Non a caso, durante la finale del torneo, sarà possibile donare il sangue attraverso la struttura ed i medici messi a disposizione dell’associazione “Fratres” di Atripalda.

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