L’assessore all’ambiente, Antonio Prezioso, annuncia l’avvio di una indagine attraverso sonde dotate di telecamere per individuare le utenze irregolari
Nessuno si faceva troppe illusioni, ma la notizia che il fiume Sabato sia inquinato da almeno quattro scarichi abusivi di acque reflue domestiche impone immediati provvedimenti a tutela della salute pubblica. In attesa di registrare le determinazioni che assumeranno, ognuno per sua competenza, la Procura, l’Asl e la Regione, il primo ente chiamato a fare qualcosa è necessariamente il Comune: «Alla luce dei dati emersi - esordisce l’assessore all’ambiente, Antonio Prezioso -, l’Ufficio tecnico dovrà provvedere ad individuare la provenienza degli scarichi non incanalati nella fogna oppure l’eventuale presenza di perdite nell’impianto. Una indagine ispettiva che si preannuncia lunga ed onerosa perché presuppone l’utilizzo di sonde dotate di videocamere e che dovrà essere evidentemente affidata a ditte specializzate».
E poi?
«Se ci sono perdite saranno riparate, se si scoprirà che alcune utenze sono irregolari i proprietari saranno invitati a mettersi rapidamente in regola. Mi rendo conto che ciò potrebbe voler dire spendere parecchi soldi, ma l’attesa non può durare mesi o anni: nei casi estremi potremmo essere costretti a revocare l’abitabilità dei fabbricati».
Quanto tempo siete disposti ad aspettare?
«Non saprei, ma non possiamo, evidentemente, più tollerare che il fiume venga inquinato. A contrada Fellitto siamo già intervenuti spendendo 18mila euro e aspettiamo solo che tutti i residenti si allaccino alla nuova fognatura. Per quanto ci riguarda abbiamo sempre cercato di tenere alta l’attenzione sulle fonti di inquinamento e faremo senz’altro la nostra parte, ma lo stesso speriamo che facciano tutti gli altri».
Cioè?
«Atripalda si trova quasi alla fine del corso del fiume e subisce tutto ciò che arriva da monte, compresi eventuali sversamenti industriali, molto più nocivi per la salute e devastanti per l’ambiente di quelli domestici riscontrati nel nostro tratto. Alcuni mesi fa, quando si verificò l’incendio alla Novolegno, fummo tra i primi a chiedere al prefetto l’apertura di un tavolo istituzionale per affrontare l’emergenza e dare impulso ad una attività di controllo dell’aria e dell’acqua, individuando fra le priorità anche la verifica di eventuali scarichi industriali nel fiume Sabato».
E cosa si è mosso?
«Le due centraline mobili dell’Arpac sono momentaneamente impegnate altrove e speriamo di vederle in città quanto prima. Sui prelievi nel fiume a monte di Atripalda dovrò informarmi perché temo ci sia stato un leggero ritardo. Mi preoccuperò in questi giorni di sollecitare una nuova convocazione di quel tavolo».