La pioggia di domenica e la neve di ieri hanno compromesso la celebrazione della ricorrenza di San Sabino
Il maltempo ha compromesso i festeggiamenti in onore di San Sabino e San Romolo. La pioggia incessante di sabato sera e la neve di ieri mattina hanno fatto rinviare l’accensione del falò comunale a sabato prossimo, 14 febbraio, alle ore 19:30 e la processione dei santi con i fuochi pirotecnici e la banda musicale a domenica alle ore 12:30. Don Enzo, alcuni membri dell’ex comitato San Sabino ed il vicesindaco Luigi Tuccia (il sindaco non ha fatto in tempo a rientrare da Roma dov’era impegnato col congresso nazionale di Scelta Civica) hanno deciso di rinviare tutto di una settimana. Le ragioni le ha spiegate don Enzo alla fine della concelebrazione di ieri mattina: «Non ci è sembrato giusto accedere il falò perché in Piazza non c’era nessuno visto che pioveva a dirotto ed abbiamo deciso per il rinvio. La neve, invece, non avrebbe consentito lo svolgimento della processione».
Nelle altre zone della città dove erano programmati i falò c’è stato chi ha deciso ugualmente di accenderlo come la Confraternita di Santa Monica in piazza Vittorio Veneto e Italia Futura in piazza Tempio Maggiore ritenendo di non dover rispettare comunque la tradizione mentre c’è stato chi ha deciso di rinviarlo a sabato prossimo come il dottor Sabino Aquino in via Tufara e l’associazione ’A Potea, ritenendo che aldilà delle cattive condizioni climatiche non fosse giusto accendere il fuocarone visto che quello comunale era rimasto spento. Insomma, ognuno si è regolato come meglio ha creduto e nessuna decisione è sembrata la più saggia in assoluto.
Il momento celebrativo in memoria di Nicola Tozzi si è, invece, ugualmente svolto al coperto, nella struttura di via Salvi gestita da Sergio Argenio, dove i ragazzi dell’associazione ‘A Potea, insieme alle figlie ed alla moglie del 51enne eterno ragazzo prematuramente scomparso hanno voluto ricordarlo con striscioni e foto.
La giornata di ieri, comunque, aldilà del maltempo è stata caratterizzata sia dalla concelebrazione che dalla distribuzione della santa manna, avvenuta insolitamente oltre che di sera anche di mattina visto che la processione era stata annullata.