In cinque anni le bancarelle sono diminuite del 40%. Giovedì sera riunione al Comune con i sindacalisti per discutere i dettagli. L’Amministrazione ha commissionato al geometra Cecchini uno studio di fattibilità
Dal giorno della delocalizzazione a parco delle acacie (maggio 2010) ad oggi quasi la metà delle bancarelle sono sparite, molte delle quali, sopratutto di tessuti, offrivano merce di qualità. Gli ambulanti presenti nel mercato settimanale sono passati da 243 a 152 in meno di cinque anni: questi i numeri della crisi che ha colpito una delle più importanti tradizioni atripaldesi: «E’ stato un peccato veder andar via colleghi che elevavano qualitativamente il livello del mercato - spiega Giuseppe Innocenti, storico ambulante e sindacalista - ma ormai il giro di affari di Atripalda non giustificava più la loro presenza. In ogni caso noi siamo convinti che se il mercato torna al centro è ancora possibile invertire la tendenza, altrimenti di questo passo non c’è speranza. E siccome vorremmo sapere “di che morte dobbiamo morire” abbiamo chiesto all’Amministrazione comunale di incontraci e continuare a discutere della possibilità di riportare le bancarelle nel cuore della città. E se ciò non fosse possibile dovrebbero avere il coraggio di dircelo anziché prometterci continuamente che stanno studiando, verificando e cose del genere».
La riunione si è svolta giovedì sera al Comune ed è emersob che il sindaco Spagnuolo ed il delegato al commercio Pascarosa hanno incaricato il geom. Eugenio Cecchini, oggi impiegato all’ufficio anagrafe, di studiare un progetto di fattibilità: bancarelle, spazi, vie di fuga e vincoli normativi saranno tenuti presente per verificare la possibilità che effettivamente il mercato possa tornare nei dintorni di piazza Umberto I. «Attualmente gli unici colleghi che lavorano - continua Innocenti - sono gli alimentaristi: pesce, frutta e verdura, se la giornata è bella, soprattutto le persone anziane comprano senza problemi perché la qualità è buona ed i prezzi sono convenienti. Tutto il resto del mercato soffre perché difficilmente ormai qualcuno viene fin qui per acquistare un paio di scarpe o un capo di abbigliamento. Se tornassimo in centro il discorso sarebbe diverso. E ne guadagnerebbero anche l’indotto ed i negozi a sede fissa perché il mercato è una ricchezza per tutti».
Commenti
Certo, dopo aver messo la ruota e rotto tutto, ci sta bene pure il mercato, tanto poi paga pantalone.
Inutile spostarlo perchè gran parte delle bancarelle ci hanno lasciato.
Intervento molto tardivo lo spostamento. Ma si è capaci di farlo??? Dove è come lo trasferite?????
Ma questi sanno da dove cominciare????? ?????
Ma ha titolo per questo compito?