La scoperta è stata fatta dagli stessi Scout che l’hanno denunciata su Facebook. Poi la scritta è stata ripulita. il comandante dei Vigili ha assicurato che sarà installato un impianto di videosorveglianza
La targa che riporta l’intitolazione della villa comunale di Atripalda a don Giuseppe Diana è stata già imbrattata. Il polmone verde nel centro della città solo dieci giorni fa è stato dedicato alla memoria del prete anticamorra ed è bastato davvero poco che i soliti balordi entrassero subito in azione. Qualcuno con un pennarello nero, infatti, ha “cancellato” la lettera D di “Don Giuseppe Diana”, facendolo diventare “on Giuseppe Diana”, un gesto che naturalmente ha indignato tutti, a partire dagli Scout che hanno fatto in modo che la villa comunale fosse intitolata al parroco di Casal Di Principe crivellato nella sua chiesa il 19 marzo 1994.
«Una decina di giorni fa la villa comunale di Atripalda - ha scritto su Facebook Antonio Di Gisi del gruppo Scout Atripalda 1 - veniva intitolata a Don Giuseppe Diana, una decina di giorni fa io e molti altri scout abbiamo potuto festeggiare un importante passo, compiuto dal Clan Orizzonti di Atripalda. Noi ragazzi abbiamo preso seriamente quella nostra proposta e dal 17 maggio del 2014 ogni giorno l'abbiamo portata avanti. Ogni giorno ci rechiamo in villa perché ancora fortemente inconsapevoli di ciò che è accaduto lo scorso 11 Aprile. Ogni giorno ci prendiamo cura di quell'ulivo che abbiamo voluto piantare perché simbolo di speranza. Dopo solo una decina di giorni abbiamo dovuto vedere il nostro lavoro e il nostro impegno imbrattati, ma come diceva don Giuseppe Diana (in questo caso on Giuseppe) "Per amor del mio popolo non tacerò", proprio per questo continuerò e continueremo tutti a testimoniare quei valori che testimoniava quel parroco casertano che fu ucciso nel 19 Marzo 1994».
E le reazioni non sono mancate, sia da parte di altri Scout che di semplici cittadini, ma anche Valerio Taglione, responsabile del comitato “Don Peppe Diana” ha fatto sentire la sua vicinanza.
Il giorno dopo la sgradevole scoperta la targa è tornata come prima. Ancora non si sa chi sia stato, né ad imbrattarla, né a ripulirla. I ragazzi che frequentano quotidianamente la villa comunale non hanno visto nulla. «La targa appartiene al patrimonio pubblico e anche volendo non saremmo potuti intervenire - ha detto al telefono Antonio Di Gisi -. E proprio mentre stavamo cercando di capire come fare per ripulirla, siamo stati avvisati che c’aveva già pensato qualcuno. Non sappiamo chi sia, ma siamo contenti che lo abbia fatto, pareggiando lo stupido gesto di chi si era reso protagonista della bravata. Ma non sono sicuro che sia corretto definirla proprio così, perché ci siamo a lungo interrogati su cosa passasse per la mente di chi ha voluto cancellare la lettera D di Don Giuseppe: “on Giuseppe” può suonare sia in tono camorristico, come se si volesse alludere ad un boss, oppure in tono politico-istituzionale, come se si volesse alludere ad un onorevole. Non sappiamo che pensare. L’unica cosa certa è che ce l’aspettavamo, più nulla viene sottratto al vandalismo, soprattutto le opere pubbliche, e quindi ci aspettavamo che prima o poi qualcuno sporcasse la targa col nome di Don Giuseppe Diana. Forse non così presto, però…».
Naturalmente la notizia dell’imbrattatura della targa ha destato molta indignazione e i commenti di disapprovazione sui social non si sono fatti attendere. «E’ stato un episodio molto grave - ha commentato il capitano Salsano, neo comandante dei Vigili urbani -. E mi dispiace. Il nuovo piano di videosorveglianza che stiamo progettando prevederà senz’altro un controllo costante della villa comunale per metterla al riparo dai vandali».