Lacrime e disperazione in una chiesa madre gremita per l'ultimo saluto al 23enne, ma anche le parole d’amore della sorella Clarissa e la speranza nel ricordo dello zio Giulio. Domenica mattina il settimo nella chiesa del Carmine
Oggi è stato il giorno del dolore. Nel primo pomeriggio Atripalda si è fermata a rendere omaggio alla salma di Marcello Cucciniello. La chiesa madre quasi non riusciva a contenere l’enormità di persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto al 23enne vittima di un incidente stradale in Thailandia dieci giorni fa e stringersi intorno alla famiglia, straziata dal dolore, al papà Pasquale, alla mamma Assunta, alla sorella Clarissa e agli affezionatissimi zii, fra i quali il padrino Giulio, volato dall’altra parte del mondo, raggiunto pochi giorni dopo dai genitori, per rivederlo per l’ultima volta, e per riportare, fra mille difficoltà, la salma del nipote a casa.
Il rito funebre è stato più volte interrotto dai pianti disperati della famiglia e dei tanti amici del giovane Marcello. Don Enzo De Stefano ha cercato di dare conforto, ma di fronte ad una tragedia del genere ha ammesso che le parole servono davvero a poco. Ma insieme alla famiglia tutti i presenti sono apparsi affranti, distrutti dal dolore, come se dopo dieci giorni fosse finalmente arrivato il momento di sfogare la propria rabbia, la propria sofferenza per la morte di un ragazzo che aveva fatto in tempo a farsi apprezzare e ricordare da quanti hanno avuto la possibilità di conoscerlo. E in molti hanno cercato di condividere con i genitori l’immenso dolore che solo la morte di un figlio può provocare. I Vigili del fuoco, autorità civili, militari e religiose, il messaggio di cordoglio del vescovo di Avellino, mons. Francesco Marino, i tantissimi ragazzi presenti hanno vestito la cerimonia di solennità e partecipazione.
La bara di Marcello era adagiata per terra, di fronte all’altare, seppellita dai fiori e bagnata dalle tante lacrime versate in queste ore. Pochi riuscivano a staccargli gli occhi di dosso. E più la guardavano, più non capivano. Fino a quando sull’altare è salita la sorella Clarissa, 20 anni, che ha letto, col sorriso sulle labbra, una lunga e meravigliosa lettera d’amore per il fratello, facendo capire a tutti chi era Marcello e il loro indissolubile legame. E poi è stata anche la volta di zio Giulio, legatissimo al nipote, ancora incredulo per quanto accaduto al punto da esortare tutti a non cercare di trovare una ragione perché semplicemente non esiste e di trasformare il cordoglio in ricordo, pensando che Marcello ancora c’è e che ci sarà per sempre nella memoria di tutti. Le parole della sorella e dello zio hanno piegato ogni residuale forma di resistenza alla commozione, la frustata finale al cuore di tutti i presenti, l’addio ad un ragazzo che la città ha aspettato per oltre una settimana e pianto per quasi un giorno intero.
Una folla silenziosa e commossa ha accompagnato a piedi la salma al cimitero di via Manfredi, stringendosi ancora intorno alla famiglia, per provare ad alleviare un dolore senza eguali.
La messa del settimo sarà celebrata domenica mattina, alle ore 10:30, nella chiesa del Carmine.