Molto positivo l’esito della festività religiosa. Calda l’atmosfera attorno al fuoco
I due giorni di festa in onore del Santo Protettore di Atripalda vanno in archivio con due novità: la prima riguarda i falò e il fatto che da quest’anno per l’accensione erano necessari l’autorizzazione e un responsabile che aveva il compito di garantire la sicurezza. Questo a fronte dei drammatici eventi che causarono la morte di un pensionato di Grottaminarda, qualche mese fa. La seconda novità riguarda le aspre critiche che molti cittadini hanno rivolto agli organizzatori di alcuni storici fuochi, rei di aver negato panini e vino ai presenti. Nell’opinione di molti atripaldesi sarebbe dunque venuto meno lo spirito del falò in favore di un’organizzazione mirata a far quadrare i conti. Chi organizza, affermano coloro che hanno sollevato la polemica, dovrebbe offrire gratuitamente il consumo, altrimenti scompare il sentimento di amicizia e di fratellanza.
Il primo cittadino si è presentato in Piazza Umberto I alle 19.30, insieme ad un gruppo di amministratori per dare inizio ai fuochi. Poi è partito alla volta di Alvanite dove ha effettuato un secondo rito di accensione per poi volare via verso il centro storico dove era acceso il falò storicamente organizzato da lui e dagli amici di sempre.
Qualcuno si è però lamentato di non aver avuto facile accesso al falò di Piazza Tempio Maggiore poiché vi era anche un cartello, incollato da mano ignota, su cui c’era scritto: “panini riservati”, proprio a sottolineare che il fuoco era riservato a pochi eletti. La questione è stata anche riportata in un servizio di Ottavio Giordano andato in onda su Telenostra e quindi diffusosi in tutta la provincia. Addirittura, molti atripaldesi hanno richiesto all’emittente televisiva di mandarne in onda la replica.
Insomma, quest’anno non vi era grande voglia di organizzare falò nei molti quartieri cittadini. Infatti, nonostante ci siano stati fuoco e fumo (garantiti dai 18 “focaroni” autorizzati dal sindaco), in pochi hanno garantito il tradizionale panino con la salsiccia, le patate e le caldarroste. Durante la processione di martedì, in molti si lamentavano del fatto che alcuni organizzatori avessero chiesto soldi per il cibo qualche giorno prima e che qualcun altro lo avesse fatto al momento della festa. Avvenimento inaudito per gli atripaldesi che avendo sempre onorato i fuochi mangiando senza spendere soldi, non hanno digerito la novità di dover pagare la cena. Naturalmente, noi, passiamo la critica a chi di dovere.
La festa in onore del Santo e la Santa Manna del martedì sera, invece, hanno colpito positivamente i fedeli che sono rimasti soddisfatti del lavoro di Don Enzo e del Comitato. Una festività, dunque, seguita ed apprezzata soprattutto dal punto di vista religioso anche grazie alla presenza del predicatore padre Francesco Pio, che ha colpito molto i fedeli e che ha assicurato un’assidua frequenza al triduo. A completare il l’intenso clima di spiritualità ha contribuito anche l’esposizione sull’altare della chiesa Madre delle urne funerarie contenenti le reliquie di San Sabino e del diacono San Romolo che, ad oggi, sono state nuovamente riposte nella tranquillità della cripta dove sono custodite.
È possibile consultare, nella fotogallery del sito, l’intero servizio fotografico dedicato alla serata dei falò ed alla processione di San Sabino realizzato da Biagio Venezia.