L’inchiesta denominata “farmastore” è stata avviata dalla procura di Catania ed ha coinvolto 33 province e oltre 200 persone
C’è anche un atripaldese tra gli otre 200 indagati dell’operazione denominata “farmastore” che ha avuto inizio per opera dalla procura della Repubblica del Tribunale di Catania e che, nei giorni scorsi, ha già causato al firma ad oltre 40 ordini di perquisizioni e cinque mandati di custodia cautelare in carcere. Si tratta di una operazione che coinvolto 33 province dal nord al sud Italia e che vede indagate oltre 200 persone: tutte coinvolte a vario titolo nella truffa dei cosiddetti farmaci taroccati. Tra le sostanze proibite che sono state vendute dagli indagati ci sono medicinali dopanti nonchè altre sostanze come il Viagra, il Cialis, il Levitra e tanti farmaci solitamente in vendita previa presentazione di ricetta medica. Dalle indagini è emerso che il grosso del traffico illecito avveniva su internet e attraverso il famoso social network Facebook: una farmacia illegale grazie alla quale si vendeva di tutto, medicinali che venivano illegalmente prodotti in laboratori clandestini di alcuni paesi dell’est Europa, dei Balcani e anche dalle province più povere dell’India. Nell’inchiesta sono state coinvolte in tutto 206 persone ritenute responsabili, a vario titolo, non solo di assunzione di sostanze dopanti e farmacologicamente attive, ma anche per l’acquisto di sostanze di provenienza sospetta. I farmaci illegali venivano importati in Italia per mezzo di plichi anonimi trasportati da corrieri nazionali e poi spediti ai privati che ne avevano fatto richiesta. Questi, poi, non solo li rivendevano ma ne erano anche gli utilizzatori finali.
E proprio un 40enne di origine atripaldese, residente da anni in Lombardia, è rientrato nell’inchiesta sia come consumatore abituale di sostanze dopanti sia come rivenditore: per pagarsi i farmaci serviva alcuni clienti di una nota palestra del milanese. Infatti, uno dei 30 pacchi intercettati dai carabinieri dei N.A.S. era indirizzato al 40enne atripaldese e conteneva una mole di farmaci che utilizzano gli atleti in palestra per gonfiare i muscoli, ritenuti molto dannosi per la salute. Dalle analisi effettuate è risultato che proprio tali farmaci avessero ben poco di simile a quelli originali e che alcuni erano addirittura pericolosissimi. Ad esempio nelle pasticche di Viagra o del Cailis, notoriamente usate per combattere i fenomeni di impotenza maschile, era presente del solfato di calcio, o meglio del volgare gesso. Ad ogni modo, l’uomo di origine atripaldese è stato solo denunciato a piede libero per il consumo e la vendita illecita di parte dei farmaci acquistati poiché dalla perquisizione eseguita, oltre al pacco sequestrato, non è emerso niente altro.