“Tarzan” è sparito da venerdì scorso evadendo l’obbligo della firma. Per i carabinieri è irreperibile. In sei mesi non è riuscito a trovare un lavoro e presto si sarebbero riaperte per lui le porte del carcere di Sulmona
Da venerdì scorso nessuno ha più visto Franco Ragucci, nessuno dei familiari, nemmeno i carabinieri che quel giorno lo attendevano in caserma per la firma. Il 59enne, da sei mesi, era soggetto ad una sorta di libertà vigilata grazie ad un permesso a tempo determinato rilasciato dai giudici, dopo essere stato ospite del carcere di lavoro di Sulmona in provincia dell'Aquila. Venerdì scorso i carabinieri si sono recati presso la sua abitazione di Via Serino, convinti di trovarlo a casa, ma non c'era. I militi stanno cercando di capire dove sia andato anche se non è ancora considerato latitante. Qualche giorno prima della sua improvvisa scomparsa, Ragucci aveva ricevuto una lettera del tribunale che gli confermava la condanna ad un altro anno di carcere presso l'istituto di Sulmona, un provvedimento atteso che i suoi legali stavano per impugnare. Dunque per quale motivo Ragucci doveva lasciare improvvisamente Atripalda? Oltre ai problemi legati ai suoi precedenti penali, per i quali aveva quasi finito di scontare tutto, ci sono anche problemi legati alla sua salute. Durante la sua detenzione fu colpito duramente da alcuni infarti, fu operato a Milano e rimesso in piedi da un noto cardiochirugo. Ma lui soffriva sempre per i capricci del suo cuore, temeva per la sua vita. Che abbia avuto un improvviso malore mentre era lontano da casa? I familiari temono per la sua vita e non credono ad un suo allontanamento volontario, anche se proprio a noi qualche settimana fa aveva confidato di temere di dover trascorrere un altro anno a Sulmona. Ci aveva detto che i giudici gli avrebbero concesso di scontare l’ultimo anno di pena ad Atripalda solo se avesse trovato un lavoro e di aver chiesto aiuto al Comune per ottenere un incarico come giardiniere o altro. Gli amici che non sapevano della sua improvvisa scomparsa temono per la sua vita, a loro tempo fa disse che non sarebbe mai più tornato in carcere e che aspettava fiducioso una risposta sia dal Comune che dai giudici. In questi ultimi giorni ha sofferto anche per la perdita della sorella, residente nel beneventano, anche se ai funerali non ci è andato per evitare di soffrire e di sentirsi male. Per ora nessuno lo cerca ufficialmente, potrebbe anche tornare all'improvviso, come dice qualche amico, per spiegare a modo suo la scomparsa.