Il giudice ha inflitto due anni di pena al pregiudicato atripaldese
È stato condannato a due anni per i reati di tentata estorsione aggravata e tentata violazione di domicilio, il 35enne atripaldese G.L. che lo scorso 13 giugno fu arrestato dai carabinieri di Atripalda perché aveva tentato di estorcere del denaro al fratello e alla cognata. A seguito della richiesta di giudizio per direttissima, avanzata dal pubblico ministero Antonella Ciccarella, il primo luglio si è proceduto con la formula del rito abbreviato nei confronti dell’uomo, che in tribunale ha dovuto rispondere dei due reati e del suo deplorevole comportamento, tenuto fra l’altro alla presenza delle due nipotine minorenni. Detenuto presso il carcere di Bellizzi Irpino, difeso dall’avvocato Cristina Mancino, dopo aver revocato l’incarico all’avvocato Claudio Mauriello, che lo aveva difeso a seguito del suo primo arresto per la rapina al pub, avvenuto a meno di un mese di distanza, che gli fruttò solo sette euro di bottino. Dopo il primo arresto, infatti, fu liberato in attesa di giudizio perché non ritenuto pericoloso ed ora il giudice, che ha esaminato a fondo il suo caso, non gli ha concesso gli arresti domiciliari o altri benefici, su richiesta del pubblico ministero, perché non ritenuto capace di provvedere a se stesso in quanto disoccupato, dedito all’alcool e ai giochi d’azzardo, nonchè in contrasto con tutta la famiglia. Infine, proprio non essendo nuovo ad estorsioni ai danni dei familiari, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a due anni di reclusione per tutti i reati contestati.
La difesa ha impostato la prima udienza sulla tesi secondo cui il 35enne si era recato dal fratello per chiedere conto di alcuni comportamenti che lo avevano isolato dalla famiglia, sostenendo di essere stato abbandonato a seguito dell’arresto per la rapina. Infatti, oltre ai problemi economici e di salute, pare che il giovane soffra di alcune patologie ed abbia bisogno di cure e medicinali. Il giovane già durante il primo interrogatorio aveva sostenuto che, al momento dell’arresto nei pressi della casa del fratello, era completamente ubriaco. Ma sono molte le prove che lo identificano come recidivo. Il giudice visti i precedenti lo ha condannato, l’avvocato difensore nei prossimi giorni parlerà con il proprio assistito per vedere se ci sono le possibilità di una pena alternativa al carcere.