A due settimane dalla sua scomparsa sembra non voler tornare, la sua famiglia è preoccupata per la sua salute
Poche parole ma chiare per esprimere un concetto che già in molti conoscevano: quello di evitare di tornare alla Casa di Lavoro di Sulmona. Una telefonata ad un conoscente per avvertire che gli sembra ingiusto il ritorno a Sulmona dopo aver riassaporato la libertà. Franco Ragucci, 59 anni, si è reso irreperibile dalla sera di venerdì 25 giugno quando i carabinieri lo hanno atteso invano per i consueto controllo, obbligatorio per la libertà condizionata. I carabinieri avevano già avvertito i giudici di Avellino circa la possibilità di fuga di Ragucci non essendo state accolte le richieste per la sospensione della pena detentiva in carcere. I giudici avevano già raccolto notizie negative nei confronti di Ragucci come la mancanza di un lavoro anche partime nonchè la frequentazione di alcuni pregiudicati. I giudici di Avellino, qualche giorno prima della scomparsa, avevano avvertito Ragucci della possibilità di tornare a Sulmona per scontare un altro anno. Venerdì 25 giugno, poi, Franco Ragucci è stato visto in città e in piazza insieme alla nipotina. Dalla sera, poi, nessuna notizia, neanche ai familiari. La decisione di non tornare, per ora, è legata alla strategia difensiva che sta studiando con i suoi legali: non vuole tornare in cella, spera in uno sconto o in una misura diversa dalla custodia in carcere. La Casa di Lavoro di Sulmona è ritenuta uno dei carceri più punitivi d’Italia: Ragucci c’è stato per un anno e non ne sopporterebbe altro, anche per via della sua delicata condizione di salute. Operato al cuore dopo diversi infarti, ha una salute delicata, è soggetto ad una cura che non può interrompere e per questo i familiari sono preoccupati. Dal giorno che è scomparso non sanno se continua la cura che i medici gli hanno sottoscritto. Per i carabinieri è ancora irreperibile e il tribunale, a giorni, potrebbe emettere un mandato di cattura per evasione degli obblighi di firma. Gli amici sperano in un suo pronto rientro anche per non aggravare una posizione oggi molto delicata. Il provvedimento di rientro a Sulmona gli è stato notificato ma non era ancora esecutivo; rientrando, perciò, potrebbe non aggravare la sua posizione e usufruire dei benefici che aveva richiesto.
Commenti
PS: il comune per legge gli doveva procurare almeno una mezza occupazione... anche per pochi spiccioli ed invece non l'hanno nemmeno ricevuto a Palazzo! Vergogna!!!!!
E ve lo dice un non credente, un semplice UOMO che rispetta il prossimo, anche il suo peggior nemico..
chissà perchè tutti i malviventi sono gravemente ammalati.
si pensa ai falsi invalidi, ma ai falsi ammalati per non scontare le loro colpe la si fa fare sempre franca.