Domenica, 29 Dic 24

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Mozzarelle blu, arriva la conferma: c'era il batterio sospetto

Le analisi dell’Istituto Zooprofilattico di Portici confermano la contaminazione

La mozzarella sequestrata

Le analisi effettuate dal 5 luglio al 12 luglio presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici hanno confermato quello che i responsabili locali delle Asl già temevano, la presenza di un batterio nelle confezioni di mozzarelle prodotte e lavorate in Germania e poi rivendute in mezza Europa attraverso la grande distribuzione. La linea di produzione dello stabilimento tedesco Michwerk Jager Gmbh & Co, infatti, produceva per i marchi: Land, Malga Paradiso, Lovilio, Fattorie Torresina, Monteverdi e Mozzarella LD. I controlli sono partiti da segnalazioni dei consumatori, tra cui una donna di Borgo Ferrovia, che aveva acquistato il prodotto presso un discount di Pianodardine e che dopo aver aperto la confezione di mozzarella ha trovato latticini dall’insolito colore blu. Responsabile della strana colorazione è il batterio pseudonomas fluorescens, che, in presenza di ossigeno, produce un pigmento verde bluastro denominato piocianina. Le mozzarelle blu, tutte ritirate dal mercato alla fine di giugno, erano destinate non solo ai supermercati italiani, ma anche a quelli della Francia, Slovenia, Russia e Bielorussia. In Italia continuano intanto le attività di controllo dei Nas, delle Regioni e delle Aziende sanitarie locali, che finora hanno sequestrato le mozzarelle prodotte dalla Michwerk Jager Gmbh & Co solo nei discount Eurospin, LIDL, MD discount. Il ministro della Salute comunque spiega che nel nostro Paese “La situazione è sotto controllo. Abbiamo subito allertato i meccanismi della Ue, che sono stati messi in essere”. Da un punto di vista sanitario è rassicurante la conferma che finora non si sono registrati casi di malore per aver mangiato la mozzarella prodotta in Germania. In città molti hanno ammesso di aver acquistato e mangiato parte delle mozzarelle colorate, ma nessuno ha accusato malori. Si conferma, comunque la tendenza al consumo di prodotti locali a discapito di quelli prodotti all’estero.

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