Richieste d'aiuto ai carcerati, simbologie inquietanti e linguaggio da gioventù deviata in una scritta apparsa e scomparsa all'esterno di Parco delle Acacie
E’ spuntata all’improvviso una scritta minacciosa sulle mura del parco della Acacie che non concede spazio all’immaginazione. Prima che venisse imbiancata tra mercoledì e giovedì, con lo spray blu un tale ha lasciato un monito spaventoso: "È nun te skurd’maje e ki sta carcerat” con cinque pallini posizionati a mo’ di dado ed un cuore sulla parola “carcerat”. Sulla vicenda sta indagando il comando dei Carabinieri di Atripalda che per il momento non esclude nessuna pista. Tra le ipotesi probabili c’è quella del racket. La frase, ripresa da uno stile chat ed sms, è un misto di dialetto napoletano e di linguaggio da gioventù deviata: ricalca i motti dei quartieri bronx partenopei. La criminalità organizzata utilizza i nuovi canali telematici e lancia messaggi subliminali e criptati, nascosti da cuoricini, frasi da teen-ager e nuove terminologie: attraverso facebook e altri social network ammicca ai giovani per celare il vero scopo. Alcune pagine facebook sono state anche segnalate, nonostante siano arrivata ad avere circa 400.000 fans. Con frasi del film “Il Padrino” e con moniti contro il pentimento si fa largo tra i ragazzini questo fenomeno cupo e nerissimo. Il tale chiede di non dimenticare i detenuti, ma quali? La simbologia criminale è piena di simboli: i cinque pallini sono un simbolo di camorra. Negli anni 70 ed 80 gli affiliati ai clan usavano tatuatasi tra l’incavo del pollice e dell’indice destro cinque puntini. Molto praticato nelle carceri, il tatuaggio di camorra denominato “devozione”, veniva fatto dalla stessa persona che voleva tatuarsi (l’auto-tatuatore). La faccia del dado, quello disegnato sul muro del parco delle Acacie (quattro angoli del quadrato e un puntino al centro) simboleggia il carcere: l’uomo tra le quattro mura della cella. Il cuore è un altro simbolo legato alla criminalità: nelle carceri, il simbolo assume connotati di appartenenza, il cuore rende il detenuto affiliato, pratica utilizzata principalmente nei carceri minorili. Chi ha disegnato quel simbolo lo avrà fatto probabilmente conscio; il simbolo è sicuramente agghiacciante e preoccupante. Chi non deve mai dimenticarsi dei detenuti amici? Non c’è da stare tranquilli neanche in caso di emulazione balorda: chi prende ad esempio frasi e simbologie criminali non è certamente una persona onesta. C’è una moltitudine di individui che imbratta i muri con stelle a cinque punte e svastiche, i cinque punti sono dello stesso livello. È un monito? Non possiamo ancora saperlo, quello che dobbiamo sapere è che non bisogna mai abbassare la guardia.