Il destino del 36enne già condannato a due anni per tentata estorsione e che attende di essere giudicato per un’altra rapina
È in cella dal 13 giugno di quest’anno, dopo essere stato condannato per direttissima a due anni con l’accusa di tentata estorsione aggravata e tentata violazione di domicilio. G.L., 36enne Atripaldese, qualche giorno prima si era recato a casa del fratello per chiedere l’ennesimo aiuto economico e fu, in quell’atto, fermato dai carabinieri proprio mentre tentava di entrare nell’abitazione. Pochi giorni prima aveva tentato una rapina in un pub di via Gramsci a volto scoperto: un furto che gli fruttò la magra cifra di 7 euro. La testimonianza dei passanti fu decisiva e i carabinieri lo arrestarono la sera stessa: era il 18 maggio. La sua foto fu pubblicata su tutti i quotidiani locali e anche le tv irpine ne parlarono a lungo. Proprio a seguito della pubblicazione della foto, i militi lo hanno poi incastrato anche per un’altra rapina, quella relativa al 27 dicembre del 2009 ai danni di un market in Via Salita Palazzo.
Tre episodi di cronaca, dunque, che lo pongono in una luce negativa e per i quali oggi deve scontare le pene. Dopo la condanna a due anni per tentata estorsione, infatti, nei giorni scorsi il tribunale di Avellino lo ha condannato ad un anno e quattro mesi per il furto di 7 euro. Ora G.L. attende lo sviluppo del processo a suo carico anche per la rapina al market (che fruttò, allora, circa 400 euro). L’uomo si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda, ma gli inquirenti sono convinti che anche in questa vicenda egli sia l’unico autore.
Intanto dal tribunale arriva anche la conferma per il ripristino di detenzione in carcere per G.V., la 36enne che nei giorni scorsi fuggì dall’ospedale in preda ad una crisi di ansia. L’ufficio di sorveglianza ne ha chiesto tale misura dal momento che, fuggendo dall’ospedale, ha disatteso l’obbligo di arresto. Per ora è stata accompagnata presso il carcere di Bellizzi Irpino in attesa di trovare una sistemazione consona alle sue gravi condizioni di salute. Per gli avvocati si prospetta una incompatibilità con il regime carcerario anche se si tratta di pochi mesi.