Domenica, 29 Dic 24

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«Questo convento non è un albergo»

Le suore del convento di Santa Maria, si rifiutano di aprire la porte ad una donna che si presentava fuori orario

Per alcuni giorni è stata ospite presso il convento delle suore di “Santa Maria della Purità” di Via Cammarota in attesa di un lavoro e di una casa famiglia per una nuova opportunità. La ragazza, una 27enne del napoletano con diversi problemi giudiziari alle spalle si era presentata alla Caritas di Avellino in cerca di accoglienza e di un pasto, poi l’invito delle suore di Atripalda presso il loro convento, per dargli la possibilità di rimettersi in gioco e per riconquistare i due figli, che il tribunale di Napoli che aveva sottratto. Sola e senza un sostegno la ragazza ha accettato l’invito presso il convento, dove ora ci sono quattro suore a reggere il peso dell’immensa struttura. Le suore piene di carità cristiana credevano anche di aver fatto un affare invitando la giovane, per avere un aiuto nelle faccende del convento, ma nonostante tutte le raccomandazioni la ragazza pare che non si sia comportata proprio bene. Fin dal primo giorno le suore gli avevano spiegato che loro rispettavano delle regole e che si dividevano i compiti, poi c’era la questione dell’orario di entrata e di uscita dal convento. La ragazza invece oltre a dormire non faceva nulla, entrava e usciva a piacere e la sera tornava molto tardi, costringendo le povere suore a svegliarsi nel cuore della notte per aprire il grande portone d’ingresso. È andata avanti così per diversi giorni, fino a quando una sera le suore hanno chiuso il portone e non lo hanno più riaperto, nonostante le proteste della ragazza, che per costringere ad aprire l’ingresso calciava con tutte le sue forze sulla porta. Quella sera, quando erano passate le 21,30 le suore, costrette dalla donna, hanno chiamato sul posto i vigili di Atripalda. All’arrivo dei vigili la donna si è calmata, poi quando gli agenti gli hanno chiesto i documenti di riconoscimento si è rifiutata di presentarli. Gli agenti hanno poi chiamato il 112 per far cessare le proteste della ragazza. I militi l’hanno portata ad Avellino presso il comando provinciale, dove è stata tutta la notte in attesa di indirizzarla presso un’altra struttura di accoglienza, ma il suo comportamento non è passato inosservato, visto che i carabinieri presenteranno in tribunale una relazione sull’accaduto. Le suore invece si sono liberate dalla donna che aveva creduto di aver trovato una stanza d’albergo a basso costo.

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