Una banda di napoletani fermata dai carabinieri è responsabile di oltre cinquanta raggiri in meno di due anni. Tre delle vittime sono residenti in città
Catturata una vera e propria banda specializzata in truffe ad anziani. L'operazione è scattata lunedì mattina, quando i militari della Compagnia dei Carabinieri di Avellino hanno eseguito quattro provvedimenti di fermo nei confronti di altrettanti soggetti napoletani, residenti nel quartiere Vicaria e ritenuti corresponsabili del reato di associazione a delinquere finalizzata alle truffe, commesse ai danni di anziani in tutte le province della Campania, nonché in aree limitrofe del Lazio e Molise, in un periodo almeno compreso tra il 2009 ed il 2011. Detti provvedimenti si pongono a parziale conclusione di una vasta attività d’indagine avviata in seguito ad una recrudescenza dei fenomeni delle truffe agli anziani nel capoluogo e nelle città vicine. Le attività investigative, difatti, hanno tratto origine dall’analisi comparata di una serie di denunce sporte da alcuni anziani residenti in provincia di Avellino, tra loro strettamente correlate per il medesimo modus. È stata raccolta una serie di elementi di reità, riscontrando l’esistenza di un vero e proprio sodalizio formato da quattro persone. Al vertice dell’organizzazione c’era Amato Luigi, classe 1957 e residente a Napoli, che aveva principalmente il compito di scegliere le vittime e di spacciarsi per il figlio in un’artefatta telefonata. Al suo fianco la compagna Laperuta Paola, classe 1963, con il fondamentale compito di reperire le generalità, indirizzi e numeri di telefono delle vittime, per poi sottoporle al vaglio dell’amante. Infine, gli altri due soggetti, Capuozzo Gianluca e Licoli Mario, rispettivamente classe 1979 e 1985, erano quelli che consumavano materialmente le truffe, recandosi personalmente dalle anziane vittime. Le truffe hanno portato un introito medio di circa 4/5 mila euro a settimana. I delitti venivano quasi sempre commessi nel periodo mattutino e le vittime venivano avvicinate con la scusa di essere dipendenti di studi legali o amministrazioni pubbliche e di vantare dei crediti con i figli. Le truffe scoperte sarebbero oltre cinquanta e tre sono state commesse ad Atripalda ai danni di altrettanti anziani proprio tra il 2009 e il 2011. La certezza potrebbe arrivare dalle indagini, ancora in corso, a seguito delle perquisizioni domiciliari, di computer, telefoni cellulari, schede SIM, appunti, elenchi e cartine stradali. Per ora, però, i quattro truffatori rimangono a disposizione dell’autorità giudiziaria presso il carcere di Avellino.
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