Due anni e sei mesi per il 30enne di Avellino che aveva minacciato operaio e famiglia
Ha ammesso tutta la responsabilità ed ha anche chiesto scusa alla vittima e alla famiglia per tutto quello che è successo. Alla fine, anche il giudice gli ha accordato le attenuanti e lo ha condannato solo a due anni e sei mesi per la tentata estorsione ai danni dell’operaio che aveva conosciuto su facebook. Daniele Piano, il 30enne di Battipaglia (ma residente da qualche anno ad Avellino) verso la fine del maggio scorso fu arrestato dagli uomini della Questura di Avellino con l’accusa di estorsione e minacce nei confronti di un operaio coetaneo sposato e padre di una bambina. L’operaio denunciò agli agenti della Questura il tentativo della estorsione, annunciata dal malvivente con una telefonata dal tono minaccioso. Spaventato, raccontò alla polizia che il malvivente non aveva esitato a minacciare la moglie e la figlia piccola per convincerlo a sborsare 5 mila euro in contanti. Daniele Piano fu arrestato, tra lo stupore dei clienti, all’interno di un noto bar atripaldese dopo aver recuperato la busta con i soldi lasciata sotto la tavoletta del water, all’interno del bagno per i disabili. Gli inquirenti hanno anche accertato che ad organizzare l’estorsione era il solo accusato e che non risulta affiliato con alcun gruppo malavitoso, nonostante le tante millanterie. Infatti, nella telefonata di presentazione, il giovane si era spacciato per un affiliato al clan dei Casalesi (anche se l’affermazione ebbe molta enfasi e un accento siciliano). Il giovane ha confermato al giudice di non conoscere affatto la vittima, scelta per caso navigando su facebook. Dopo qualche giorno di carcere, dunque, e dopo aver collaborato pianamente con la giustizia, il giudice gli ha accordato gli arresti domiciliari. Condannato, è tornato in libertà.