Molti gli atripaldesi coinvolti nell'operazione anticamorra per truffa ai danni dello Stato

Nella maxi retata dei carabinieri sono caduti anche diversi atripaldesi per  reati relativi al concorso esterno. Secondo gli inquirenti, l’organizzazione ruotava attorno alla figura di Armando della Pia, nonostante avesse pochi beni direttamente intestati. Alcune delle società utilizzate per il riciclo dei soldi, infatti, erano attribuite ad altre persone, tra cui  tre donne atripaldesi: Ornella Tavino (46 anni), Antonia Romano (24 anni) e Giovanna Viesto (37 anni). Tra gli arrestati ci sono anche Gaetano Sessa, 40 anni ed ex gestore di un circolo ricreativo in Via Appia, finito nel mirino degli inquirenti per truffa. Nel locale erano state installate alcune slot, poi sequestrate, mentre l'uomo è stato fermato a Padova (dove si era trasferito un paio di anni fa).

I carabinieri hanno portato via anche Pasqualino Mastrogiacomo, 36 anni, titolare di una ditta di ristorazione in Via Appia e a capo della "Euro Mense", che aveva vinto gli appalti per la somministrazione dei pasti alle scuole di Avellino e Mercogliano. Fermato ad Atripalda anche Enzo Scognamiglio, 50 anni, uomo che secondo l'accusa era l'anello di congiunzione. Nelle intercettazioni, infatti, si evidenzia che  aveva il compito di "introdurre" il caffè e le slot, sia con le buone maniere che con le intimidazioni. Oltre agli arrestati, nelle circa 600 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare, ci sono anche altri atripaldesi, molti gestori di bar, circoli e aziende cittadine. Il giudice è convinto che fossero a conoscenza dell’illegalità delle slot anche perché permettevano lauti introiti; perciò, l'ipotesi di reato è quella di truffa ai danni dello Stato. Nelle intercettazioni telefoniche ci sono anche loro che, chiaramente, si lamentano dei continui sequestri e dei verbali elevati dai carabinieri e dagli agenti della Guardia di Finanza. Ad ogni modo, l'inchiesta è solo all'inizio e non si escludono ulteriori colpi di scena.