Con un ingegnoso sistema, i soldi erogati venivano “occultati”
Nella serata di mercoledì scorso, nell’ambito dei servizi preventivi disposti dal Comando Provinciale di Avellino e potenziati in occasione delle imminenti festività natalizie, i carabinieri della Stazione di Atripalda hanno sventato un furto fraudolento ai danni del bancomat di un istituto di credito e, soprattutto, dei suoi clienti.
Infatti, verso le ore 19.00, la pattuglia appiedata della Stazione di Atripalda, appositamente comandata per vigilare sulle attività commerciali di via Appia, è stata allertata dalla richiesta d’intervento di un uomo che si trovava davanti al bancomat della locale filiale del Banco di Napoli. In sostanza, l'uomo si è lamentato con i carabinieri che il bancomat non gli avesse erogato il danaro, nonostante avesse compiuto regolarmente tutte le operazioni di prelevamento.
Da un'ispezione dell'apparato, condotta dagli uomini dell’Arma, si è subito riscontrato che sull’erogatore delle banconote era stata applicata una maschera in alluminio, sagomata "ad hoc" in modo da apparire parte dell’apparecchio stesso, dotata di una striscia di biadesivo capace di trattenere il denaro in erogazione. E infatti, smontato il dispositivo posticcio, i carabinieri hanno potuto rilevare come erano rimasti incollate proprio quei 300 euro in banconote che l’uomo aveva appena cercato di prelevare.
La maschera in alluminio è stata chiaramente sottoposta a sequestro, mentre le banconote sono state immediatamente rese all’uomo. Intanto i carabinieri hanno avviato le indagini per cercare di risalire all’identità degli autori di quel tentato furto, anche tramite la visione delle telecamere dell’istituto di credito.
Intanto, sempre mercoledì sera, in contrada Alvanite, ignoti hanno incendiato un cumulo di rifiuti ingombranti depositati all’interno di un vecchio box auto, di proprietà del Comune, da tempo in stato di abbandono dopo un precedente incendio. Le fiamme, domate dai vigili del fuoco di Avellino, non hanno provocato feriti o danni, ad eccezione della distruzione del box auto, comunque già precedentemente ridotto a rudere. Il gesto è stato sicuramente finalizzato all’eliminazione dell’immondizia e del relativo olezzo.