Si è accasciato al suolo in Piazza ad Atripalda sabato scorso e non si è più ripreso
Fa parte di quei personaggi che passano alla storia, di quegli uomini che sono stati il simbolo di una comunità. Natalino Romano è scomparso all’età di 64 anni, per tutti l’ultimo rigattiere irpino. Sabato scorso, come di consueto, si era seduto sotto i porticati del palazzo Lazzerini in Piazza Umberto I, aveva consumato il primo gelato della stagione e stava parlando con degli amici, quando ha avuto un improvviso malore e si è accasciato al suolo. È stato subito soccorso dai presenti che immediatamente hanno anche avvisato il 118. Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della polizia municipale di Atripalda che erano in servizio proprio in Piazza Umberto I. Gli operatori del 118 hanno cercato in tutti i modi di strapparlo dalla morte, il cuore debole si era fermato per qualche istante. Ma ha iniziato di nuovo a pompare grazie all’intervento di massaggio cardiaco, permettendo agli operatori dell’ambulanza di portarlo subito al pronto soccorso dell’Ospedale Moscati di Avellino. Il suo cuore però non ha retto e dopo due giorni ha cessato di battere, proprio mentre parenti e conoscenti si stringevano a lui.
Natalino Romano è una figura mitologica, qualcuno lo definì metà uomo e metà motorino, da 40 anni sempre in sella con il suo due tempi sgangherato e malridotto, capace di portare fino a due quintali, compreso il suo peso e quello del ferro raccolto lungo le strade di mezza provincia, che rivendeva per pochi centesimi al chilo. Ma quante tonnellate ha recuperato in tutti questi anni? I carabinieri di Avellino, l’anno scorso, sequestrarono un garage di sua proprietà pieno zeppo di oggetti raccolti che aveva messo da parte e che voleva conservare. Furono i vicini invidiosi, disse a chi lo intervistava, che chiamarono i carabinieri, convinti che il ferro poteva recare loro qualche problema. Dopo aver chiarito la sua posizione gli fu restituito il garage e il motorino che gli avevano confiscato, che lui riteneva un membro della famiglia. La sua figura ormai è nota a tutti anche ai bambini, ai quali quell’uomo, con il cappellino di lana, non faceva mai mancare un sorriso. Poche parole e tanti anni di duro lavoro di “raccoglitore”, su e giù tra Avellino e Atripalda, c’è che è curioso sapere cosa abbia lasciato in eredità, perché Natalino ha sempre raccolto tutto ed era parsimonioso e grande risparmiatore, un uomo dalla mille risorse, che è salito in cielo. La sua attività di prelevare ferro e oggetti di riciclo è ormai nelle mani degli stranieri per lo più rumeni e ucraini che si contendono il primato, ora che l’ultimo rigattiere è mancato, penseranno loro a raccogliere tutto ciò che serve.
Guarda la sua ultima intervista rilasciata a Ottavio Giordano (Telenostra).
Commenti
Natalino è stato l'ultima figura dell'artigiano vero esistente al giorno d'oggi e sapete perchè?
Lui non raccoglieva e basta, selezionava il materiale più "ricco" da quello meno importante e riponeva sempre al suo posto quello che non aveva valore di vendita.
L'ho visto piangere più volte perchè la giornata era andata buca ma non mi meraviglierei se avesse messo da parte un gruzzoletto, si perchè Natalino era un vero lavoratore e non ha mai usufruito del "congedo" per vacanza.
Pace all'anima sua.
Tuo nipote Giancarlo