L’uomo, insieme ad altre otto persone, avrebbe costretto cinque imprenditori del posto a consegnare somme di denaro spacciandosi per “casalesi”
I carabinieri della Compagnia di Sassuolo hanno dato esecuzione a otto ordinanze di custodia cautelare in carcere (su richiesta del pm Enrico Cieri della direzione distrettuale antimafia di Bologna) per estorsione e rapina aggravata in concorso con l’aggravante del cosiddetto ‘metodo mafioso’. Comunque, gli atti emessi in tutto sono nove: uno dei destinatari è irreperibile e ancora ricercato.
Gli indagati avrebbero costretto cinque imprenditori a consegnare loro somme di denaro, persuadendoli con l’ ‘esibizione’ dell’appartenenza al clan dei Casalesi.
I destinatari dei provvedimenti, eseguiti nelle prime ore di questa mattina, sono di origine campana e da tempo risiedono nella provincia di Modena.
L’attività di indagine investigativa è stata condotta sia con metodi cosiddetti tradizionali, osservazioni e pedinamenti, sia attraverso l’utilizzo di mezzi tecnici di intercettazione. Le operazioni sono partite nel luglio 2011 dalla denuncia di estorsione presentata alla Compagnia di Sassuolo da un imprenditore di origine campana, operante nel settore edile, residente in uno dei Comuni del cosiddetto ‘comprensorio ceramico’.
Nel corso degli accertamenti si è rilevato che l’attività estorsiva non era diretta soltanto nei confronti del denunciante, ma vedeva come vittime altre quattro persone, piccoli imprenditori o artigiani, residenti tutti nella Bassa modenese, tranne uno della provincia di Rovigo.
Gli obiettivi della compagine malavitosa sono stati scelti o per conoscenza diretta, come nel caso dell’imprenditore sassolese, o apprendendo da operatori economici, con i quali i malviventi erano in rapporto di conoscenza o amicizia, che gli stessi vantavano nei confronti di altri soggetti, sempre imprenditori o artigiani, crediti che non riuscivano a riscuotere.
Per due delle estorsioni scoperte, si può dire che questi criminali abbiano agito anche all’insaputa degli stessi creditori. Il sodalizio, quindi, appresa la notizia che un imprenditore doveva riscuotere da un terzo una certa somma di denaro, si presentava a quest’ultimo quale esattore, richiedendo il versamento nelle proprie mani delle somme dovute.
Per rendere più efficace l’azione intimidatrice, accanto alle minacce alla incolumità personale delle vittime e dei loro familiari, in alcune occasioni portate esibendo armi e in altre malmenando la vittima, gli estorsori proclamavano la propria appartenenza al clan camorrista dei ‘Casalesi’. Emerge infatti dagli atti dell’indagine che in più di un’occasione i malviventi si siano qualificati come emissari e reggenti del camorrista ‘Sandokan’ nel Modenese, asserendo, inoltre, che parte dei soldi che richiedevano fossero per i familiari degli amici in carcere a Caserta.
Le perquisizioni svolte nei loro domicili hanno permesso di trovare agende e varia documentazione cartacea che sarà sottoposta a successivo vaglio e di una pistola replica autentica di una Beretta 92/S, priva di tappo rosso, con 15 cartucce a salve.
Gli otto arrestati dai carabinieri sono Massimiliano Risi, 41 anni, residente a Carpi, Antonio e Renato Corvino, rispettivamente di 32 e 46, residenti a Cavezzo, Biagio Del Prete, 58 anni, residente a Finale Emilia, Angelo Lanno, 36enne di origini atripaldeesi residente a Novi di Modena, Luigi Melucci, 45 anni, residente a Mirandola, Enrico Palummo, 25enne residente a Soliera e Francesco Pellegrino, 58enne residente a Modena.