Potrebbe essere addirittura un personaggio pubblico l’autore di una serie di messaggi ritenuti offensivi. Il cerchio si sta stringendo
Da un po’ di tempo a questa parte si “divertiva” a punzecchiare un po’ di persone attraverso commenti su internet, fino a quando non è stato querelato per diffamazione e identificato: un anonimo internauta convinto, evidentemente, di potersi sfogare a proprio piacimento, ha fatto male i conti ed è stato riconosciuto. Probabilmente pensava di farla franca perché era solito inviare i commenti da una postazione internet di un locale pubblico, ma non aveva pensato che, in caso di denuncia, non sarebbe cambiato nulla perché ogni accesso alla rete è univocamente individuabile e che le immagini delle telecamere di sicurezza del locale avrebbero fatto il resto. E così è stato. L’indirizzo IP (internet protocol andress) e l’orario associati ai commenti hanno consentito ai Carabinieri di risalire al responsabile e di trasmettere gli atti alla Procura per le valutazioni del caso. L’autore aveva preso di mira politici, imprenditori, ex dipendenti comunali e professionisti (non ha risparmiato neanche chi scrive), apostrofati con discutibile eleganza quando non attaccati più o meno velatamente. Definizioni e opinioni inizialmente ignorate non sono state più tollerate quando il limite è stato giudicato superato: prima una querela, poi un’altra e il cerchio si è stretto inesorabilmente. E i commenti sono cessati.
La notizia si è subito sparsa a macchia d’olio e molti giurano che si tratterebbe di una persona nota, addirittura un personaggio pubblico, ma fino a quando l’interessato non sarà raggiunto da un avviso di garanzia è inutile fare nomi perché potrebbero essere smentiti. In ogni caso l’argomento è ricorrente, quantomeno negli ambienti politici, e non è difficile incrociare persone che ne parlano apertamente e diffusamente, con dovizia di particolari. Le vittime, o presunte tali, si chiedono, però, il perché di tanta rabbia, di tanto astio, di tutte quelle “coltellate” sferrate anonimamente, soprattutto considerando che i rapporti in apparenza corretti e cordiali, davanti al monitor di un computer si sono svelati di segno opposto.
E prima di questo caso se ne era verificato anche un altro, con protagonista il sindaco Spagnuolo nei panni del diffamato. Qualcuno aveva dubitato delle sue capacità professionali ed il primo cittadino non c’ha pensato due volte prima di presentare una querela perché, evidentemente, un conto è la politica, un altro la professione privata. Denuncia, indagini e identificazione: l’anonimo commentatore non ha avuto scampo. Per ora si sa che le scuse non sono bastate a convincere il primo cittadino a rimettere la querela, ma il caso di oggi non sembra molto diverso: se il responsabile fosse davvero un personaggio pubblico come sembra ormai sempre più probabile e se si accertasse che i suoi comportamenti non sono in linea con il suo ufficio quale sarà l’atteggiamento del sindaco? Confermerà la linea dura nei confronti di chi ha fatto lo stesso con altre persone? Prenderà ufficialmente e palesemente le distanze da simili comportamenti o continuerà imperterrito a far finta di non vedere, non sentire e non capire?
Commenti
Tutti i giornali (locali e nazionali), assieme agli altri media, dovrebbero rendersi conto che a loro è la funzione di formare le coscienze dei cittadini in quanto tali, cioè parte di una nazione, di una comunità, di un paese, sulla base di ideali politici, culturali, economici, sociali che ognuno liberamente può sostenere o meno. La stampa italiana, la più ruffiana di tutte, assieme ai media, nel drenare danaro politico, ha creato invece gli italioti, un regno di grullini (non a caso il termine "grullo" ha varie assonanze con "Grillo") beoti nella loro ignoranza e nel disgustoso menefreghismo morale, imponendo demagogicamente nelle loro menti un ventaglio di valori politici melassati e principi morali arbitrari (pur se in teoria non negoziabili).
Davanti a questa realtà, come si fa a non diffamare testate giornalistiche e soprattutto, come nella fattispecie, persone che poco fanno per la loro città (ogni riferimento... è puramente casuale) e, spesso e volentieri (spero non sia il caso di Spagnuolo, citato nell'articolo) si servono della mala informazione?
Certo, se si è a conoscenza di cose gravi che creano danno alla collettività, non è necessariamente con le offese personali che si risolve il problema. Per queste cose, esiste la Procura della Repubblica che stà incominciando a funzionare fin troppo bene .