Denunciate due donne perché stavano realizzando, senza alcun permesso, una abitazione di circa 85 mq. in un fondo agricolo lungo via Pietramara sottoposto a vincolo idrogeologico
Gli agenti della Polizia Municipale di Atripalda, il 27 giugno scorso, hanno messo sotto sequestro un fondo agricolo in località San Gregorio, dove stava sorgendo un fabbricato uso abitativo senza alcuna autorizzazione. Nei guai sono finite due donne, una di 57 anni (usufruttuaria) e l’altra di 35 anni (proprietaria) che secondo la denuncia avevano iniziato il manufatto senza alcuna autorizzazione, alle quali è stata notificata l’ordinanza di sospensione e demolizione delle opere abusive nonché la rimessa in pristino dello stato in cui si trovava il fondo agricolo prima dei lavori.
Ad accorgersi che qualcosa non quadrava sono stati i carabinieri, che durante una perlustrazione hanno notato il fabbricato in costruzione spuntare dietro alle siepi di un fondo agricolo e a circa 3 metri dalla strada. Nei giorni successivi un controllo dei Vigili urbani ha confermato che nella zona si stava costruendo senza alcuna autorizzazione, peraltro in una area sottoposta a vincolo idrogeologico. Il manufatto in costruzione senza alcuna autorizzazione era già a buon punto, realizzato su una solida base cementizia, con una superficie di circa 80 mq., con travi in ferro bullonate, chiusa da mura in mattoni e coperta da pannelli in lamiera coibentati, realizzato davvero a pochi passi dalla strada Pietramara di collegamento tra San Gregorio e il centro di Atripalda, immersa in un polmone verde con alberi e siepi.
La proprietaria ha 90 giorni di tempo per presentare ricorso, ma per il Comune la vicenda non è certo conclusa, visto che è in piena evoluzione, specie per quanto riguarda i tempi di realizzazione dell’intero manufatto in costruzione in un’area ritenuta sismica e con diversi vincoli. Come mai si chiedono i carabinieri, nessuno ha mai notato il fabbricato in costruzione? Eppure era a pochi passi dalla strada, ben in vista. Quella dei depositi per attrezzi che diventano case abitabili inserite in zone di pregio ambientale è una storia che si ripete sempre più spesso.
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