Atti, schede storiche e relazioni erano contenuti, in copia unica, nella memoria di un vecchio notebook trafugato dalla stanza della direttrice
Venerdì 27 giugno era al proprio posto, nella stanza solitamente destinata alla direttrice o a chi ne fa le veci, mentre lunedì 30 giugno non c’era più: il computer della biblioteca comunale è misteriosamente sparito. Nessuna effrazione e ogni altra cosa al proprio posto, ciò che mancava alla riapertura della struttura era solo quel vecchio pc portatile, un modello di dieci anni fa, senza nessun valore commerciale, ma che conteneva, invece, documenti molto importanti: atti amministrativi, schede storiche, relazioni e così via. Insomma, tutto o quasi tutto il lavoro di dieci anni, è sparito insieme al computer. Perché, si è poi saputo, che non esiste alcuna copia della memoria (backup), né dei documenti che conteneva, per cui il danno procurato da chi ha sottratto il pc dalla biblioteca non sta tanto nella sparizione dello strumento, ma in ciò che conteneva e che potrebbe andare irrimediabilmente e clamorosamente perduto per sempre.
I dubbi e i sospetti sono molti, soprattutto rivolti verso chi, in un modo o nell’altro aveva accesso alla stanza della direttrice, persone esterne alla struttura che per diverse ragioni avevano la possibilità di entrare in quella che un tempo era una stanza quasi inviolabile. E, fra l’altro, appare senz’altro una strana coincidenza quella che proprio l’indomani, dopo tre anni e mezzo, sarebbe rientrata in servizio la dottoressa Assunta Di Fiandra (con parere negativo - si apprende - della responsabile Katia Bocchino per “il divieto che il D.L. 95/2012 (Legge di conversione n. 135/2012) pone di attribuire incarichi a soggetti, già appartenenti ai ruoli delle Pubbliche Amministrazioni e collocati in quiescenza, che abbiano svolto funzioni e attività corrispondenti a quelle oggetto dell’incarico, nonché con l’applicazione del divieto di conferimento d’incarichi esterni per funzioni ordinarie/istituzionali/gestionali”).
Era stata proprio la Di Fiandra, infatti, a cominciare ad usare quello stesso computer negli ultimi anni di lavoro prima di andare in pensione, inaugurando una abitudine confermata da chi le è succeduta, che ha portato quel vecchio pc senza alcun valore a contenere la preziosa memoria della biblioteca comunale. A questo punto saranno gli uomini del comandante Giannetta a fare piena luce sull’accaduto dopo la formale denuncia presentata dalla dipendente Anna Spina (che nel frattempo dovrebbe tornare al Protocollo dopo aver vinto la causa per il trasferimento alla Biblioteca) al Comando dei Vigili urbani.