In aula alcuni testimoni metteno in dubbio le loro dichiarazioni
«Gianluca Moscatiello studiava già da pentito. In cella si fece portare gli atti del processo e studiava attentamente le dichiarazioni dei pentiti Viesto e Spinello».Così Ignazio Mascia, difeso dall’avvocato D’Anna ed ex compagno di cella dell’atripaldese Gianluca Moscatiello, al processo per l’omicidio De Cristofaro e contro gli uomini del clan Partenio. Mascia ha raccontato al giudice dei suoi incontri con Moscatiello, durante il periodo della detenzione, dichiarando che qualcuno faceva portare in cella tutti gli atti del processo e che il suo ex compagno li leggeva con attenzione. Per gli inquirenti è un passaggio fondamentale che deve però essere verificato fino in fondo.
Per altri le dichiarazioni di Ignazio Mascia sono invece la dimostrazione che il clan punta a discreditare i pentiti per chiederne poi l’assoluzione. Per l’omicidio De Cristofaro, che pagò con la vita uno sgarro al boss Modestino Genovese, le udienze proseguiranno nel corso di tutto il mese di febbraio e non si esclude che le sentenze saranno lette in aula già entro la fine del mese di marzo. Il maxi processo che vede imputati il boss Amedeo Genovese, il capo zona del serinese Antonio Masucci, Pasqualin Bianco eAntonio Siniscalchi, vede tra gli imputati anche l’atripaldese Luigi Viesto, ex collaboratore di giustizia. Tutti in qualche modo coinvolti con l’omicidio di Walter De Cristofaro, dunque, avvenuto davanti ad un Bar di Serino circa nove anni fa. Il processo che vede imputati altri tre atripaldesi (presunti appartenei al clan Cava) rischia, invece, di saltare sulla base di un banale difetto di notifica. Mancanza che, tuttavia, ha già fatto cancellare l’udienza prevista in tribunale nei giorni scorsi.
Nell’aprile scorso, i tre atripaldesi P.C., L.F. e A.P. furono scarcerati a causa di un problema tecnico, sempre legato ad una mancata notifica. Questo avvenne per loro e per altri 30 imputati nel procedimento contro il clan Cava: la contestazione era di associazione a delinquere di stampo camorristico. Il processo è ora slittato al prossimo 12 marzo, ed avrà forse un altro collegio che chiederà l’unificazione del procedimento con quello originario. Sempre a carico del clan Cava.