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A bocca aperta per… Giullarte

L’edizione di quest’anno, interamente pagata dalla Regione, sta facendo già “discutere”

Mancano ormai due settimane all’inizio di Giullarte, previsto per i prossimi 21, 22 e 23 settembre nel Centro storico, ma finora a calamitare le maggiori attenzioni sono stati soprattutto gli aspetti di natura economico-organizzativa. Il Comune, infatti, ha beneficiato di un finanziamento regionale di 120mila euro, attribuito ufficialmente sulla base di una graduatoria di merito e più verosimilmente ottenuto esclusivamente grazie ai buoni uffici del vicepresidente della giunta regionale, Giuseppe De Mita.

Il ragionevole dubbio sembra confermato dal fatto che il finanziamento regionale porta la data del 30 luglio (Burc n. 47) mentre il progetto risulta approvato dalla giunta comunale (e, quindi, inviato ufficialmente alla Regione) solo il 3 agosto (Delibera n. 136), ovvero quattro giorni dopo. È evidente, cioè, che l’iter procedurale è stato clamorosamente invertito (è come voler indossare prima le scarpe e poi i calzini) e che il finanziamento regionale è stato praticamente concesso a scatola chiusa e al buio. E che il vicepresidente De Mita abbia avuto un ruolo decisivo è confermato dal fatto che all’interessamento dell’esponente udiccino viene ricondotto il salvataggio di una manifestazione che non più tardi di due mesi fa veniva data dal sindaco Spagnuolo per primo ormai al capolinea.

Tuttavia, la soddisfazione di aver salvato Giullarte, giunta quasi miracolosamente alla 17^ edizione, stride con l’enormità del finanziamento regionale, a dir poco esagerato per una manifestazione di cinque giorni (considerata anche la “curiosa” anteprima, prima prevista ad Avellino all’inizio di settembre e poi riportata ad Atripalda il 18 ed il 19 perché il sindaco del capoluogo, Galasso, non ha concesso l’utilizzo del Corso) che, per quanto indiscutibilmente suggestiva e importante, costerebbe in realtà meno della metà del finanziamento regionale se al cachet degli artisti (48mila euro) non venisse sommata una lunga serie di costi accessori (62mila euro). In sostanza, cioè, la promozione (mediatica) di un evento di promozione (del territorio) costerà più dell’evento in sé, alimentando comprensibili dicerie. La domanda, per quanto retorica, è sulla bocca di tutti: ma davvero era necessario, in una situazione di crisi come quella attuale, spendere tutti questi soldi della collettività regionale (e quindi anche atripaldese) per la promozione di una manifestazione di promozione del territorio e dell’arte di strada anziché destinarli ad altri scopi?

Un altro dubbio che sempre l’enormità della cifra concessa dalla Regione sta seminando riguarda la congruità delle voci di spesa. Viene da chiedersi, per esempio, se dovendo necessariamente spendere tutti quei soldi, anziché “trattare” sul prezzo come normalmente si fa nel tentativo di ottimizzare le risorse non sia ceduto alla tentazione di sovrastimare i costi o di inventarsi ruoli e necessità pur di far tornare i conti. Per fare un esempio: la Compagnia degli Sbuffi, ovvero l’agenzia napoletana che da sempre si occupa della direzione artistica di Giullarte (seleziona gli artisti, cura il programma e così via) per l’edizione dello scorso anno, che costò più o meno quanto quella di quest’anno (100mila euro), di cui più della metà (54mila euro) per gli spettacoli, ebbe un compenso di 2mila euro mentre quest’anno ne avrà il doppio: perché? E perché quest’anno, a differenza degli altri anni, si è avvertita l’esigenza di affiancare alla già costosa direzione artistica un coordinatore tecnico-scientifico che, a sua volta, percepirà un compenso di 3.500 euro? Gli esempi potrebbero proseguire citando il Piano di comunicazione, lievitato di 10mila euro oppure le spese di stampa e pubblicità, lievitate di 4mila euro rispetto allo scorso anno. Senza contare che ancora non è chiaro come saranno spesi i 23mila euro destinati inizialmente all’anteprima avellinese.

A proposito di coordinamento tecnico-scientifico, inoltre, ha fatto discutere, e non poco (il PDL ha già sollevato politicamente la questione), l’affidamento dell’incarico a Santino Barile, già presidente dell’Ente provinciale del Turismo (e, dunque, sotto il profilo tecnico certamente all’altezza del compito), cugino diretto del consigliere comunale Flavio Pascarosa, delegato al Turismo e al Marketing, sotto la cui responsabilità politica rientra Giullarte. I più ricorderanno certamente che quando l’ex sindaco Laurenzano nominò, a titolo gratuito, sua moglie segretaria personale la levata di scudi fu generale, ed in particolare proprio dai banchi dell’opposizione consiliare da cui alcuni degli attuali amministratori di maggioranza provengono, per la natura familistica della decisione: qual è la differenza?

Insomma, se Giullarte di quest’anno voleva lasciare tutti a bocca aperta… c’è già riuscita.

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