Delle due l’una: o sono tutti matti oppure il “meglio” deve ancora arrivare
E’ stata un’altra settimana di passione quella vissuta sul fronte politico-amministrativo, un’altra settimana che si somma alle cinque già trascorse in maniera simile e poco fruttuosa per la città. Da un mese e mezzo, ormai, non si parla d’altro, un giorno sì e l’altro pure gli amministratori sembrano più impegnati a trovare un modo per sopravvivere o morire più che a disegnare il futuro della città o a tentare di risolvere i tanti problemi che l’affliggono. Una considerazione ovvia e scontata forse, ma che tuttavia restituisce un po’ il clima che si respira ormai dall’inizio di dicembre. Al punto che l’ingresso in giunta di Concetta Tomasetti, a quanto pare ancora in attesa di capire bene quale sarà il suo spazio e di cosa esattamente dovrà occuparsi, è finito per essere inghiottito dalle fauci di una crisi che forse è addirittura solo agli albori se tutti i rumors che si registrano in queste ore intorno alle imminenti elezioni politiche dovessero trovare conferma nei prossimi giorni o se il “braccio di ferro” all’interno della maggioranza è solo un antipasto di ciò che riserva il futuro.
Il sindaco Spagnuolo, infatti, pare che stia seriamente valutando l’intenzione di lasciare l’Udc, deluso e scottato sia dalle “ingerenze” demitiane nelle questioni politiche locali, sia dalla puntigliosità con cui il gruppo dirigente cittadino gli chiede conto di scelte e comportamenti. Il primo cittadino, cioè, mal sopporta la condizione di “sovranità limitata” che il suo partito gli vorrebbe imporre e comincia ad accarezzare l’idea di costruirsi una maggioranza alternativa, senza disdegnare forse l’ipotesi di rimescolare le carte e riproporsi alla guida di una lista civica su misura.
In questo momento non abbiamo elementi certi per difendere fino in fondo questa teoria, ma la sosteniamo solo per tentare di dare una spiegazione “logica” a quanto sta accadendo. Altrimenti verrebbe solo da pensare che siano improvvisamente tutti ammattiti. Molto più probabile, invece, che siamo di fronte ad una specie di partita di scacchi, giocata naturalmente ai danni della città, da cui nessuno vuole uscire sconfitto.
Il sindaco sa bene che almeno una parte del suo partito, la stessa che ha raccolto i maggiori consensi elettorali, in fondo lo ha subìto e non scelto solo perché non era stata in grado di costruire un’alternativa più forte. Una condizione, insieme ad altre meno evidenti ma altrettanto presenti, sta pesando non poco nei rapporti personali, alimentata continuamente da comportamenti non sempre perfettamente comprensibili se non in funzione di scelte che verranno. E, in ogni caso, anche il vicolo cieco nel quale la maggioranza si è ficcata a causa di alcune affermazioni molto inquietanti che andrebbero spiegate fino in fondo, non promette nulla di buono per il futuro perché se le nubi nere che si addensano sulla città non saranno spazzate definitivamente sono destinare a ritornare al primo accenno di burrasca.
Difficile in questa fase individuare un responsabile per tutti, chi più, chi meno, ognuno sta facendo la propria... parte, ma ciò che davvero sorprende è che ancora non è chiaro se ci sia consapevolezza o meno dello “spettacolo” che l’Amministrazione comunale sta fornendo di fronte alla città.