A distanza di otto mesi si sta ancora aspettando un segnale di cambiamento
Atripalda continua a vivere nella grande attesa di una svolta che ancora non arriva. Rispetto ad un anno fa nulla sembra cambiato davvero, i problemi della città restano gli stessi, così come le risposte, quando arrivano. I cittadini, cioè, vivono esattamente, se non peggio, le difficoltà di sempre, facendo i conti con una realtà che continua a non offrire praticamente nulla. E la conseguenza più evidente è che, dopo un iniziale risveglio, quantomeno della speranza, Atripalda sembra essersi di nuovo intorpidita, addormentata, inginocchiata. Anzi, si avverte nell’aria una strana inquietudine, alimentata da un dibattito politico intriso di opacità, di dubbi, di paure, dove difficilmente si coglie il linguaggio della verità.
Certo la responsabilità per una serie di problemi, almeno in larga parte, non può essere attribuita all’Amministrazione comunale, le cose da rimettere a posto sono tante e non tutte di facile o immediata soluzione, tuttavia si registra che dopo la fase dei proclami, ancora non si tocca nulla con mano. E una delle carenze più gravi si avverte sicuramente nell’incapacità di costruire un dialogo e di restituire la sensazione che qualcosa si stia facendo davvero. A distanza di otto mesi ancora si aspetta un annuncio, una novità, una invenzione in grado di scaldare il cuore degli Atripaldesi e dalla quale partire per costruire una stagione di riscatto sociale, politico o economico. Anzi, si verifica esattamente l’opposto, rinvii su rinvii, come se ci dovesse pensare qualcun altro. Si fa molta fatica, cioè, a individuare un campo in cui si possa avvertire un evidente miglioramento. L’evasione, la pulizia, il commercio, il traffico, la scuola, il Comune, le periferie, lo sport, la politica, le relazioni: tutto sembra esattamente come prima.
Ma, soprattutto, le ultime vicende politico-amministrative hanno restituito la sensazione che al governo della città non vi sia una squadra compatta, ma un gruppo di persone che, indipendentemente l’una dall’altra, si ritrovano a gestire una piccola o grande fetta di potere. Niente di nuovo sotto il sole, dunque. Il periodo trascorso tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 è stato certamente uno dei più bui che si ricordano negli ultimi due decenni, perché da un lato ha messo a nudo tutta la fragilità dell’attuale Amministrazione e dall’altro l’incapacità di risolvere un conflitto in maniera credibile. E la forza e la credibilità sono ingredienti necessari se si vuole davvero imprimere una svolta. Così come sembra definitivamente naufragata l’intenzione, se davvero c’è mai stata, di costruire, fuori e dentro il Consiglio comunale, quel clima di sana collaborazione, anche competitiva, che farebbe la fortuna di ogni comunità, soprattutto perché, alla prima occasione, la lealtà, verso gli avversari ed il corpo elettorale, è rimasta vittima della convenienza di parte e dei giochi politici.