Le elezioni politiche hanno già consegnato un risultato: un’altra crisi al Comune
Fra poche ore si voterà per il rinnovo del Parlamento e, indirettamente, si sceglierà il nuovo Governo, quello che dovrebbe, almeno si spera, tirare definitivamente fuori l’Italia dalla crisi economica. Dopo le pesanti manovre dell’ultimo anno, l’attesa per una stagione di ripresa è davvero forte, anche se, paradossalmente, questa campagna elettorale pare essere vissuta dagli Italiani, e dagli Atripaldesi, in maniera molto distratta, disincantata. Sul piano nazionale, come spesso accade, il confronto si appiattisce quasi esclusivamente sui candidati premier, che si fronteggiano a colpi di slogan ad effetto, promesse e sondaggi elettorali, “disturbati” dalle due grandi insidie di questa competizione: l’astensionismo e Beppe Grillo. In effetti, gli ultimi sondaggi sono davvero preoccupanti riguardo al dato della partecipazione, previsto in calo rispetto al passato, sia per la crescente disaffezione per la politica, nutrita, come se non bastasse, dai recenti scandali legati alle appropriazioni indebite, alla corruzione e alle allegre operazioni bancarie, sia dalla scarsa fiducia per un sistema elettorale che oltre a non prevedere le preferenze personali non garantisce certezze assolute. Alcuni osservatori hanno pronosticato che l’esito del voto non porrà nessuno degli schieramenti, precostituiti o meno, nelle condizioni di governare perché il risultato non restituirà, a differenza di quanto accadde quasi clamorosamente cinque anni fa, un vincitore assoluto e che, di conseguenza, sarà necessario ritornare alle urne in Autunno. Una eventualità paradossale che scoraggia ancor di più chi non ha le idee chiare, e sono ancora tanti stando alle ultime analisi.
Tuttavia, almeno ad Atripalda, le elezioni hanno già prodotto un risultato ancor prima che si svolgano: la maggioranza consiliare sembra di nuovo ad un passo dalla rottura. Mentre ancora si cercava un assetto definitivo nell’articolazione dell’azione amministrativa conseguente al rimpasto di giunta che il sindaco era stato costretto da un tribunale ad operare lo scorso gennaio, siamo di nuovo punto e daccapo. Il sindaco Spagnuolo, nel prendere definitivamente le distanze dal partito che lo ha prima candidato e poi fatto eleggere, ha determinato le condizioni affinché si perdesse quell’equilibrio già piuttosto instabile sui cui la sua maggioranza si reggeva. Una bella responsabilità, non c’è che dire, perché anche con le migliori fortuna, una scelta così dirompente difficilmente potrà produrre effetti positivi sulla tenuta dell’Amministrazione e, di conseguenza, sulla città che, invece, necessita di essere governata da una maggioranza seria, credibile, motivata e solida. Tutto il contrario di ciò che si vede. E, probabilmente, il ritorno alle urne quanto prima o, come sostiene qualcuno, l’arrivo di un commissario che da un lato sistemi i conti del Comune una volta e per sempre e dall’altro dia alla politica il tempo di disintossicarsi e rigenerarsi non sono affatto da scartare.