Sabato, 23 Nov 24

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Un’altra stupida crisi, ma il sindaco che fa?

Stavolta è il Pd a scuotere l’Amministrazione. Intanto, il primo cittadino frusta i dipendenti comunali ma non affonda i colpi

Difficile, se non impossibile, non essere preoccupati dopo una settimana come quella appena trascorsa sul versante politico-amministrativo. Una crisi tutta da risolvere nell’alleanza di governo ed un attacco senza precedenti ai dipendenti comunali da parte del sindaco sono le spie di qualcosa che certamente non va oltre ciò che già si percepisce. O il nervosismo per i risultati che non arrivano, o il pre-riscaldamento per partite che verranno, o, più semplicemente, il naturale istinto di sopravvivenza hanno partorito situazioni molto pesanti da gestire. Il primo cittadino, senza avere tutti i torti, ma senza neanche immaginare la soluzione, ha sparato a zero contro i dipendenti comunali dalle colonne del quotidiano Ottopagine: «Dopo aver approvato il decreto che prevedeva la rotazione di alcuni dipendenti (Giovino, Esposito, Spina e Puopolo, ndr.) non si è capito più niente - si legge nell’intervista -: c’è stata un’epidemia generale che ha coinvolto tutti i destinatari del provvedimento. Chi per due mesi non si è visto, chi ha chiesto l’aspettativa retribuita e, tranne chi ha subìto un delicato intervento, il resto… In un’azienda privata tutto questo non sarebbe mai potuto accadere perché si andava a casa. Vorrei dire ai dipendenti comunali: guardatevi intorno - ha aggiunto Spagnuolo - per rendervi conto di come sta chi non ha il lavoro e come state voi, che avete la fortuna di lavorare… sotto casa, di percepire uno stipendio pubblico». Parole assolutamente condivisibili, populiste forse, ma alzi la mano chi non pensa più o meno la stessa cosa del sindaco a proposito dei dipendenti pubblici. E bisogna ammettere che Spagnuolo ha avuto il coraggio di dirle oltreché pensarle, da una posizione tutt’altro che comoda. Detto questo, viene da chiedersi perché il sindaco si limiti alla denuncia e non passi alle contromisure, magari traducendo in provvedimenti concreti la sua delusione. Perché non ha affondato il colpo? Per avere un’idea più precisa della situazione basti pensare che solo la struttura dirigenziale politico-amministrativa, ovvero giunta, segretario e capisettore, costa al Comune circa 200mila euro all’anno lordi. Una bella cifra se consideriamo che oggi appare assolutamente sprecata, un lusso, mentre si impegna (ed è già tanto) meno del 10% di quella somma per offrire qualche ora di lavoro ai disoccupati attraverso i voucher. Insomma: è stato solo uno sfogo oppure è l’inizio della fine? Vedremo fra non molto cosa accadrà perché, a quanto pare sta per versare acqua bollente sulla scottatura il vicesindaco Tuccia, pronto a proporre una sua personalissima “ricetta” alla disorganizzazione generale.

Poi c’è la crisi (ma non chiamatela così perché fa impressione), l’ennesima dall’inizio della consiliatura, stavolta provocata dal Partito democratico che non si trova coi numeri e con le deleghe. Se la strategia che userà il Pd sarà la stessa che ha usato l’Udc qualche mese fa per mettere il sindaco alle corde, assisteremo ad un’altra inutile sceneggiata perché, come è già successo, è inutile rischiare se non si è disposti a perdere. E qua nessuno vuole perdere niente.

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