Sabato, 23 Nov 24

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La città non aspetta, il tempo è scaduto

L’obiettivo dell’Amministrazione comunale ancora non è chiaro: c’è sempre molta agitazione, ma quasi mai arrivato le risposte che servono

L’Amministrazione è troppo rinunciataria. E, a distanza di alcuni mesi, se ne sono accorti in tanti. Non un’idea, uno slancio, una sfida: Spagnuolo ed i suoi stanno amministrando alla giornata, senza sapere bene cosa fare esattamente. L’importante è che tutto resti più o meno com’è, il resto non conta o conta poco. Ha ragione chi sostiene che il sindaco, almeno lui, aveva bisogno di più tempo per prendere le misure, per capire cos’era giusto e cosa no, chi gliela contava giusta e chi no. Così come avevano bisogno di più tempo i cittadini per capire chi avevano realmente di fronte. E chi ha cercato di anticipare i tempi si è trovato in fuori gioco. Oggi, però, si può ammettere che se non si fosse perso un anno di tempo per capire si sarebbe avuto un anno di tempo in più per fare.  Così come senza le dilanianti beghe interne alla maggioranza, che hanno causato almeno due crisi e molte perdite di tempo, molte cose si sarebbero capite anche prima. Per esempio che senza una meta comune non si va da nessuna parte: nella migliore delle ipotesi si resta allo stesso posto. “Stellina 76”, la ragazza che due mesi fa scrisse alcune righe su questo giornale, applaudendo ironicamente il sindaco per aver “finito di affossare Atripalda” ha, involontariamente, suonato il gong: il tempo era scaduto. Per tutti. La luna di miele era finita e anche i più fiduciosi hanno cominciato a porsi qualche domanda. Tipo: chi governa è in grado di farlo? ne ha gli strumenti? ne ha la voglia? ne ha le condizioni? Tutte domande alle quali non è facile dare una risposta che non sia sempre negativa. Soprattutto perché i segnali continuano ad andare nella stessa direzione di sempre. In questi giorni la maggioranza è “impegnata” in una verifica dello stato di attuazione del programma (ammesso che qualcuno lo conosca), ma lo sta facendo senza convinzione, attraverso una liturgia vecchia e consumata, utile solo a farsi una lavata di faccia. Insomma, si è persa un’altra buona occasione per guardarsi negli occhi e ripartire con rinnovato slancio, con un’idea nella mente e tanta passione nel cuore. Diversamente sarà un altro fallimento!

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