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Platani di via Appia, un esempio di pessima potatura

Secondo Legambiente i tagli effettuati recentemente, oltre a rivelarsi antieconomici, hanno storpiato e danneggiato le piante, esponendole alle infezioni

I platani di via Appia

Percorrendo le strade della nostra provincia mi sono imbattuto “in quello che fu” il viale alberato di platani di via Appia ad Atripalda, la cui alberata si mostra, oggi, come i numerosi totem o “appendi abito” presenti nelle nostre abitazioni.

Nonostante più di 30 anni di letteratura e di seminari per spiegare gli effetti nocivi della tecnica di potatura con rimozioni severe della chioma, questa rimane ancora una pratica diffusa nei nostri comuni. Le regole base dell’arboricoltura moderna direbbero di non praticare queste azioni oramai superate, soprattutto lungo le vie trafficate dove la presenza di un albero malato non è la migliore cosa da augurarsi. La cattiva potatura ottiene l’esatto contrario di quello che si vuole ottenere, perché è innanzitutto anti economica, e rende più pericolosi gli alberi. I grandi tagli e la rimozione della chioma induce nell’albero uno stato di disordine, di stress, e l’accesso a numerose malattie, che provocano il decadimento del legno. La potatura mal eseguita danneggia la pianta, indebolendola per eccesso di esportazione dell’apparato fogliare e quindi di superficie fotosintetizzante, e spesso viene accompagnato da una anomala produzione di germogli (denominati succhioni) nel punto in cui è stato eseguito il grosso taglio, poco ancorati al fusto e quindi soggetti a distacco. Tali germogli rappresentano un forte dispendio energetico per la pianta, sviluppandosi in un unico punto, inoltre snaturano la normale struttura della pianta. Gli alberi mal potati sono quindi brutti, costosi e pericolosi… in sostanza, smettono di essere alberi!., con il loro accrescimento possono divenire pericolosamente instabili. Infine le grosse ferite che si producono rappresentano vie d’ingresso preferenziali dei funghi responsabili della degenerazione del legno, che possono compromettere la salute e la stabilità delle piante.

Una corretta tecnica evita di indebolire la pianta, le potature non dovranno asportare (salvo casi particolari) più del 30% della massa fogliare della chioma (meglio mantenersi intorno al 10-15%). I tagli vanno fatti inclinati rispetto al piano orizzontale e non devono interessare rami di diametro superiore ai 10 cm, per contenere il pericolo di attacchi patogeni. Una potatura energica infatti richiede mezz’ora, contro le due o tre ore richieste da un taglio ragionato. Alla fine tutti pensano che più si pota e migliore è il lavoro, senza capire che invece è l’esatto contrario. E’ un errore di interpretazione grave, dovuto alla cattiva abitudine di interpellare chiunque su problemi di giardinaggio, dando a tutte le risposte lo stesso peso. Il risparmio ottenuto sul costo del potatore viene poi sostanzialmente annullato dal dagli effetti nefasti della cattiva potatura. Inoltre questo intervento richiederà interventi successivi per ripristinare una forma naturalizzata oppure per eliminare vegetazione secca, infetta o spezzata prodotta da interventi scellerati. Una pianta ben potata, invece, richiede solo modesti e rapidi interventi correttivi, maggiormente dilazionati nel tempo.

Concludendo, Legambiente fa appello alla sensibilità dell’Amministrazione del Comune di Atripalda perché finalmente i volti pagina e il verde pubblico venga d’ora in poi trattato con il dovuto rispetto. A tale proposito è assolutamente necessario che la direzione e l’esecuzione degli interventi manutentori vengano affidate a figure professionali di comprovata competenza o, meglio ancora, l’Amministrazione comunale formi al suo interno tali competenze affinché non accada più quello che è ultimamente accaduto a danno dei Platani di via Appia, piante letteralmente storpiate, privando i cittadini del godimento degli effetti benefici degli stessi.

Ferdinando Zaccaria

(Legambiente - Circolo Ekos di Avellino – Res. Verde urbano)

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Commenti  

 
#6 Alberello morto 2013-06-24 21:54
E' la verita', in via. Appia guardando verso il cielo si vedono molti rami che possono spezzarsi con un forte colpo di vento e cadere sui passanti e auto, speriamo arrivano i vigili del fuoco per denunciare questa pericolosa situazione alle autorita' competenti.
 
 
#5 PAOLA PAOLA 2013-06-24 19:01
purtroppo ad atripalda non c'è nessuno che sappia come curare il verde publico e quei pochi che credono di saperlo fare si fanno pagare un mucchio di EURO.
 
 
#4 matteo 2013-06-24 16:24
se lo dice Legambiente, immagino che sia vero.
In linea di principio, mi fido più di Legambiente che dell'Ufficio Tecnico del Comune di Atripalda, sommato alla consulenza interessata della ditta che ha fatto di lavori (di Serino....!)
 
 
#3 senza scuorno 2013-06-24 13:53
Esiste legambiente ad Atripalda? Ma questo signore è quello che ha avuto degli incarichi tecnici dalla vecchia amministrazione ?
 
 
#2 RAFFAELE 2013-06-24 12:07
Come in tutte le cose la professionalita ' e la competenza del settore ha sempre dato i risultati giusti!! l'incompetenza e l'improvvisazio ne aiutata dai non controlli e stimolata dalla sete di denaro e' stata sempre distruttiva !!!
Complimenti al sig. Zaccaria
 
 
#1 peppino 2013-06-24 11:38
mi ero chiesto come d'altronde la gran parte delle persone credo abbiano fatto, come mai una simile potatura a dir poco a" tabula rasa" e in un periodo di fioritura sia stata effettuata senza la presenza di un qualcuno che ne capisse veramente, a carico inoltre di una ditta che credo che fosse più un [...] che altro!
oggi purtroppo con la mancanza di fondi che vige, l'amministrazio ne ha pensato che era meglio abbatterli quasi che potarli, perchè giustamente non si sa quando poi avrebbero mandato dei fondi in futuro per detta operazione