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Iaione si candida alla Regione con De Luca: Possiamo farcela

Il leader socialista sarà capolista alle regionali della lista del PSI a sostegno dell’ex sindaco di Salerno: «Sono convinto che intorno al nostro simbolo si ritroveranno molti elettori di antica tradizione»

Arturo Iaione

Arturo Iaione scende in campo e si candida al Consiglio regionale della Campania: il leader socialista sarà capolista della lista del Partito Socialista Italiano collegata al candidato presidente Vincenzo De Luca. Già assessore comunale di Atripalda dal 1979 al 1982, consigliere comunale dal 1982 al 1991 e dal 2007 al 2011 (si è dimesso un anno prima della scadenza del mandato), aspirante sindaco nel 2007 (fu battuto da Aldo Laurenzano), l’avvocato Iaione è la prima volta che si candida fuori dai confini cittadini.

Avvocato, cosa l’ha convinta a scendere in campo?

La possibilità di contribuire a riportare Avellino e l’Irpinia al centro dell’attenzione della Regione. La nostra provincia è stata sempre troppo emarginata. E poi il ritorno del simbolo del Partito Socialista Italiano…

Intanto, come conta di riuscire a cambiare le cose?

Il programma di Vincenzo De Luca è chiaro. Abbiamo concordato una linea che prevede il rilancio degli investimenti in Campania. Basti pensare che negli ultimi cinque anni la spesa totale della Regione è passata da 105 a 145 miliardi, di cui solo 17 sono stati destinati agli investimenti.

Ma come andrà a finire la vicenda giudiziaria in cui è coinvolto l’ex sindaco di Salerno?

A mio avviso la “legge Severino” è incostituzionale perché una condanna in primo grado per un reato come l’abuso d’ufficio non può rappresentare un limite così grosso. Comunque, la Corte Costituzionale si esprimerà a breve.

Quali sono i vostri punti di forza?

Il candidato presidente si gioca tutta a propria credibilità sulla trasparenza e sulla autonomia, puntando sulla gestione diretta, innovativa, della Regione, senza il condizionamento dei partiti e in modo coerente rispetto all’impegno elettorale. Per noi che siamo un partito della sinistra italiana l’accordo è stato agevole.

Prima diceva che dopo anni rivedremo il simbolo del PSI…

Nelle ultime tre tornate elettorali il PSI non ha presentato il proprio simbolo, allontanando molti elettori sia dalla politica che dall’impegno politico. Sono convinto, perciò, che intorno a questo simbolo si ritroveranno molti socialisti di antica tradizione.

La sua è una candidatura di bandiera o crede davvero di potercela fare?

Credo che ci siano concrete possibilità. La volta scorsa il collegio Avellino ha perso il consigliere socialista a favore di quello di Salerno per poco più di mille voti. Sono convinto che la lista di partito ci aiuterà a colmare il gap.

Ad Atripalda il PSI è all’opposizione del PD che governa, mentre alla Regione è alleato: che significa?

Ad Atripalda siamo all’opposizione perché l’Amministrazione comunale ha segnato e segna un grande limite nel governo della città, perché è immobile, pensa a cose marginali senza migliorare la condizione di vita dei cittadini. In altre parole, si preferisce rappresentare piuttosto che governare, privando la città priva di un governo serio. Sono convinto che i cittadini la pensano come me. Così come sono convinto che anche il Partito Democratico stia soffrendo per questa situazione.

Che vuole dire? Che fra due anni il PD non risosterrà la candidatura di Spagnuolo?

E’ troppo presto per porre la questione, mancano due anni alle prossime comunali e molte cose possono succedere. Non troverà nessuno disposto a sbilanciarsi ora, né in un senso, né nell’altro.

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