Il Comune di Atripalda è finito sotto la tutela della Corte dei Conti dopo che sono state riscontrate “gravi irregolarità” nella stesura dei bilanci che vanno dal 2009 in poi: tale condizione, concretamente, in cosa si traduce? E quanto è vicino il rischio del dissesto finanziario?
Il Comune è finito sotto i riflettori della Corte dei conti per bilanci relativi alla precedente amministrazione Laurenzano. La Corte ha chiesto, in particolare, maggiore trasparenza soprattutto relativamente alla cancellazione dei residui attivi e passivi. Ad onor del vero, su indicazione del delegato Landi, avevamo sin dal nostro insediamento ipotizzato di “resettare” i residui ancora indicati in bilancio allo scopo di raggiungere l’obiettivo della “privatizzazione” del bilancio comunale, cioè di una sua gestione come bilancio di cassa. La Corte ha confermato la bontà del nostro orientamento, ulteriormente confortata dai vari decreti e disegni di legge che si stanno succedendo in questi ultimi mesi e che vanno collocati nell’ambito di una sempre maggiore trasparenza/semplificazione finalizzata alla riduzione della spesa pubblica. È evidente che, all’esito della “depurazione del bilancio dai residui” ed in considerazione della mancata alienazione del Centro servizi, si prospetta un disavanzo. Chiariti i dati contabili, i cittadini atripaldesi potranno rendersi conto della capacità o incapacità della attuale amministrazione di gestire, in maniera moderna, cioè come richiesto dal contesto normativo, il bilancio.
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