Su quali basi economiche sono state determinate le tariffe per l’acquisto dei buoni pasto della mensa scolastica se il bando di gara per l’affidamento del servizio ancora non è stato ancora pubblicato e, quindi, non si conoscono ancora i costi eventuali a carico del Comune? E per quale ragione il prezzo a base d’asta del singolo pasto è stato fissato in 4 euro (oltre l’Iva) se appena un anno e mezzo fa fu fissato in 3 euro (oltre l’Iva)? E, infine, come mai, ancora una volta, ci si è ridotti all’ultimo mese per avviare le procedure del bando di gara, con il rischio che la fase di doverosa e scrupolosa verifica dei requisiti della ditta aggiudicataria (in passato oggetto di clamorosi abbagli) risulti ancora una volta compressa in tempi strettissimi?
Rispetto alla mensa scolastica è doveroso fare alcune precisazioni. La corte dei conti, conformemente al contesto normativo dettato in materia di riduzione della spesa pubblica, impone la copertura totale dei costi dei servizi a domanda individuale (mensa scolastico, trasporto etc.). Nel caso specifico la copertura era pari al 50%. La giunta ha deciso di adeguarsi, ma solo parzialmente, al dettato della corte dei conti, considerando la situazione economica difficile in cui versano anche le famiglie atripaldesi, per cui la copertura è stata stabilita al 70%. Si tratta evidentemente di un obiettivo. Nella delibera tale percentuale è stata parametrata sul costo del pasto a base d’asta, fissato in euro 4,00. Si tratta, quindi, non del costo effettivo, cioè definitivo che risulterà sicuramente inferiore, solo a seguito dell’aggiudicazione. Solo tale prezzo costituirà il parametro su cui determinare il costo a carico del genitori. Il prezzo a base d’asta, più alto del precedente, ha tenuto conto dell’aumento del costo della materia prima e del carburante. In ogni caso va anche considerato che solo per il prossimo anno graverà, sul costo complessivo, l’importo dovuto per la introduzione del nuovo sistema informatico, di grande utilità per seguire con più certezza l’andamento dei pagamenti. Dal costo complessivo dovrà essere decurtata la somma, generalmente pari ad euro 7.000,00, rimborsata dal ministero competente a copertura parziale dei pasti consumati dal personale docente e ata dell’amministrazione scolastica. Alla luce di quanto esposto, ritengo che le polemiche siano strumentali e, comunque, esposte in maniera frettolosa. Venerdì 23, insieme al delegato Barbarisi, parteciperò al Consiglio di circolo per un confronto con genitori e docenti, allo scopo di far comprendere che, in realtà, l’aumento effettivo sarà di contenuta entità. Gli uffici sono a disposizione per la documentazione richiesta.