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Domenica 3 ottobre 2010

Dal libro del profeta Abacuc 1 2-3; 2, 2-4
Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti, a te alzerò il grido: «Violenza!» e non salvi?
Perché mi fai vedere l'iniquità e resti spettatore dell'oppressione? Ho davanti a me rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese. Il Signore rispose e mi disse: «Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette, perché la si legga speditamente. È una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà. Ecco, soccombe colui che non ha l'animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede».
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 1, 6-8.13-14
Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l'imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l'amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.
Dal Vangelo secondo Luca 17, 5-10
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: "Sràdicati e vai a piantarti nel mare", ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: "Vieni subito e mettiti a tavola"? Non gli dirà piuttosto: "Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu"? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare"».

IL VANGELO DEL 3 OTTOBRE 2010
Se aveste fede quanto un granellino di senape...". Come posso sapere se ho fede? Gesù risponde indicando qual è la misura della fede: essere servo. L'uomo di fede nei confronti di Dio deve scegliere un comportamento di totale disponibilità, senza calcoli o contratti o limiti. Salta, quindi, la concezione "economica" della religione; il rapporto tra Dio e l'uomo non è quello che intercorre tra un datore di lavoro e un salariato, con clausole, diritti ed esigenze di giustizia ben precise e necessarie. L'uomo deve donarsi a Dio con amore; il rapporto è molto più simile a quello dell'amore nuziale in cui la donazione è libera e totale e non conosce ore e tempi, premi e ricompense. "Siamo servi inutili...". "Inutile" in origine significa "senza pretese, senza esigenze, senza rivendicazioni", siamo servi che di nulla hanno bisogno se non di essere se stessi, la loro gloria è di aver servito. Quanto c'è da cambiare nella nostra vita di fede! La fede, come l'amore, non recrimina, non accampa diritti, non è il contraccambio offerto a Dio in seguito a un suo dono, ma è la risposta che il dono divino ha acceso e provocato in noi. Quanta mentalità di contabilità matematica bisogna cancellare!
Quanti cristiani tengono una contabilità minuziosa delle loro opere e la considerano una sicura garanzia per il paradiso che li attende. Hanno una coscienza notevole dei loro meriti e della gratitudine che Dio deve nutrire nei loro confronti. E talora scappa loro di bocca qualche recriminazione per non essere stati trattati adeguatamente, come si meriterebbero... Ai suoi discepoli Gesù chiede una fede disinteressata proprio perché movimento di abbandono generato dall'amore di Dio, riconosciuto e accolto, a cui si tenta di dare una risposta. Questa fede ci chiede Gesù. E non ne esige nemmeno una grande quantità. Ne basta tanto quanto un granello di senapa - il più piccolo tra i semi, quasi invisibile - per produrre effetti inattesi e meravigliosi. È la fede che accetta le responsabilità, ma sa allontanarsene per lasciare il posto agli altri. Con la serenità e la bontà di sempre.

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