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Domenica 24 ottobre 2010

Dal libro del Siràcide 35,15-17
Il Signore è giudice e per lui non c'è preferenza di persone. Non è parziale danno del povero e ascolta la preghiera dell'oppresso. Non trascura la supplica dell'orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento. Chi la soccorre è accolto con benevolenza, la sua preghiera arriva fino alle nubi. La preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l'Altissimo non sia intervenuto e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l'equità.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 4,6-8
Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione. Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l'annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; n lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Dal Vangelo secondo Luca 18,9-14
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo"
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore"
Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

IL VANGELO DEL 24 OTTOBRE 2010
I termini "giustizia e preghiera" riassumono bene le letture di oggi.
Nella parabola evangelica sia il fariseo che il pubblicano pregano nel tempio, ma Dio fa giustizia, e soltanto l'ultimo è giustificato.
Il Siracide, nella prima lettura, applica la giustizia divina alla preghiera e insegna che Dio, giusto giudice, non ha preferenze di persone, e per questo ascolta la preghiera dell'oppresso.
Infine, san Paolo si confida con Timoteo, manifestandogli i suoi sentimenti e desideri più intimi: "Mì resta solo la corona della giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel Giorno" (seconda lettura).
Soltanto a Dio la gloria. Questa domenica è una buona occasione per esaminare il nostro atteggiamento quando preghiamo. Poiché può succedere che, senza saperlo e senza volerlo, stiamo pregando "allo stile del fariseo".
Prego perché mi porta in chiesa mia moglie o la mia fidanzata, ma sto davanti al Santissimo o davanti a una immagine della Vergine più che pregando, rimuginando nel mio intimo le mie preoccupazioni o i miei progetti.
•    parlo con Dio, non tanto perché senta necessità di Lui, ma perché ho bisogno, di quando in quando, di sfogarmi.
•    vado in una casa di esercizi spirituali o di ritiri, o faccio turismo religioso, che, a quanto pare, sta diventando di moda, non tanto per pregare, ma per raggiungere una certa armonia interiore, per strappare dall'anima lo stress.
•    molte volte vado in chiesa, più che per incontrarmi con Dio, per incontrarmi con gli amici; più che per lodare e dare gloria a Dio, per mantenere la mia reputazione di buon cattolico, di persona che compie i suoi doveri verso Dio.
Ricordiamo: pregare è mettersi in contatto con Dio, e ci si mette in contatto con Dio soltanto se si è umili. Se nella mia umiltà, benedico Dio, lo ringrazio per il suo perdono e la sua misericordia, lo supplico per le necessità spirituali e materiali mie proprie e degli uomini, allora Dio presterà ascolto alla mia preghiera. La nostra orazione sarà gradita a Dio, se cerchiamo la sua gloria, e soltanto la sua gloria. "A Lui l'onore a la gloria nei secoli dei secoli".

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