Sabato, 23 Nov 24

Tu sei qui:

Domenica 5 dicembre 2010

Dal libro del profeta Isaìa (Is. 11,1-10)
In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelligenza spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miserie prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con l'agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l'orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà (a mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare. In quel giorno avverrà che la radice di Iesse si leverà n vessillo per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 15,4-9)
Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull'esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto: «Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 3,1-12)
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudeo e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
IL VANGELO DEL 5 DICEMBRE 2010
La liturgia introduce il secondo personaggio che domina la scena dell'Avvento, Giovanni Battista. Egli arriva con l'irruenza del profeta e la provocazione di chi annuncia cose definitive. Non rimane altro tempo per la conversione. La forma fisica della sua figura, il vestito, il cibo, la voce, la riva del fiume sono lo sfondo nel quale risuona un appello ultimativo. Il suo invito e il suo annuncio raccolgono tutta l'urgenza dell'Antico Testamento e ci fanno volgere lo sguardo e il passo verso Cristo. Il Battista predicava proprio questo: "Convertitevì, perché il regno dei cieli è vicino" Convertirsi, shub in ebraico, meta-noia in greco, indica un cambio totale: da una direzione ad un'altra. Andavi in un senso e adesso ti giri di 180° e inverti la strada. Il Battista proclamava questo: smettetela di dirigevi fuori di voi; smettetela di pretendere che il mondo cambi così voi state meglio; smettetela dì pretendere dagli altri quello che voi non riuscite a fare; smettetela di addossare la colpa della vostra infelicità a chi vi sta vicino o lontano; smettetela di giustificarvi. Tornate e guardate dentro di voi: lì c'è il segreto della vita, il segreto della vostra felicità. Perché se un uomo non è felice dentro, qualunque cosa incontri fuori, non lo farà tale. Come segno di questo cambiamento (da fuori a dentro) il Battista chiedeva il battesimo. Era un gesto che voleva dire: mi immergo totalmente nel Giordano perché si stacchi da me la precedente vita (il vivere fuori di sé, senza valori dello spirito) e perché così io possa iniziare una nuova vita. La risposta della gente fu sorprendente: "Accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare, da lui, nel fiume Giordano" (Mt 3, 5-6). Quel verbo "uscire" (ekporeuomai) è lo stesso dell'uscita degli ebrei dall'Egitto. Gli ebrei uscirono e raggiunsero la terra promessa (dove risiedevano al tempo di Gesù). Ma la terra promessa si era trasformata in terra di schiavitù e bisognava uscire di nuovo. Bisogna sempre "uscire", non ci si può mai fermare, non si può mai dire: "Adesso sono a posto. Adesso non devo fare altro. Adesso posso sedermi e riposarmi. Ho raggiunto tutto".

E-mail Stampa PDF