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Domenica 8 maggio 2011

Dagli Atti degli Apostoli (At 2,14.22-33)
[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene -, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l'avete crocifisso e l'avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo (IPt 1,17-21)
Carissimi, se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri. Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio.
+ Dal Vangelo secondo Luca (Le 24,13-35)
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
IL VANGELO DI DOMENICA 8 MAGGIO 2011
I protagonisti di questo racconto evangelico sono due di quelli che, insieme agli Undici, avevano ricevuto l'annunzio della risurrezione di Gesù dalle donne. Uno è Cleopa ; l'altro, anonimo, può portare il nome di ogni lettore, chiamato a fare la stessa esperienza. Anche se i due si sono lasciati prendere dal senso del fallimento e hanno deciso di fuggire da Gerusalemme, non possono comunque dimenticare. Pertanto parlano di ciò che sta loro a cuore, di ciò che profondamente cercano e amano. Troveranno colui che cercano, mentre lui li sta cercando. Lui, infatti, per primo li ha amati e da sempre li porta nel cuore. Il Risorto non abbandona i suoi, anzi egli può entrare anche attraverso le porte chiuse, costituite dagli occhi ciechi e dai cuori induriti. Gesù vuole fare ardere i loro cuori con la spiegazione delle Scritture. I discepoli sentono un'affinità tra le parole del Maestro e le loro speranze. Anche noi, quando meditiamo le Scritture, possiamo percepire la loro affinità con la nostra anima. La parola scritta di Dio penetra profondamente in noi, parla alla nostra coscienza, mitiga il nostro dolore, illumina i nostri passi e dà la giusta direzione ai nostri pensieri. I discepoli, però, riconoscono Gesù soltanto quando spezza il pane. Finalmente i loro occhi chiusi si aprono, si spalancano sul corpo glorioso del Signore che presenta i segni della passione. L'incontro nell'intimità della mensa e il dono del pane spezzato danno loro e daranno a noi la forza per compiere «il santo viaggio» .

Preghiera: Signore, concedici una fede viva nella tua presenza nella celebrazione eucaristica: tu parli a noi, quando ascoltiamo le Scritture e sei presente nelle specie del pane e dei vino.

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