Sabato, 27 Lug 24

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Domenica 19 giugno 2011

Dal libro dell' Esodo (34, 6-9)
In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano. Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: " Il Signore, il Signore, dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà". Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: " Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervice, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fai di noi la tua eredità."
Dalla seconda lettera di S. Paolo apostolo ai Corinzi cap. (13, 11-13)
Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi. Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano. La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
Dal Vangelo secondo Giovanni (3, 16-18)
Il quel tempo disse Gesù a Nicodemo: " Dio ha tanto amato il mondo da dare il figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio."

IL VANGELO DEL 19 GIUGNO 2011
Nella prima domenica dopo la Pentecoste, noi Chiesa siamo chiamati a celebrare la festa della SS. Trinità.
La festa della Trinità ci invita a una grande umiltà davanti al mistero di Dio, che però ha un grande significato per la nostra vita. Gesù ci ha rivelato che c'è un solo Dio, ma in tre persone, che hanno tra loro un misterioso rapporto d'amore. Un amore così intenso che si espande all'esterno e si manifesta in tre modi: nella creazione dell'uomo e del cosmo; nella redenzione e nel perdono del peccato dell'uomo; nella santificazione, cioè nel far partecipare l'uomo alla vita di Dio.
Ecco il significato della Trinità per noi: siamo chiamati a partecipare alla vita di Dio.
La nostra risposta al mistero di Dio è amarlo, adorarlo. E' davvero una cosa grande: vivere la vita di Dio, partecipare alle relazioni di amore della Trinità, non con l'intelligenza, lo studio, ma attraverso il cuore, la volontà di amare, il fuoco, la passione dell'amore. La Trinità ci dice che nessuno di noi può vivere da solo, chiuso in se stesso, ma siamo stati creati per amare, per uscire da noi stessi e donarci a Dio e al prossimo. Noi cristiani dobbiamo imparare ad essere persone dedicate all'amore, cordiali, disponibili, capaci di perdonare, di interessarci agli altri, di aiutare. Solo così ogni persona trova la pace del cuore e la gioia di vivere.
Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, che oggi contempliamo nella Trinità, sono la radice, la fonte, il sostegno della Chiesa, di quella comunità nata nel giorno di Pentecoste, segno dell'unità di tutto il genere umano. La Chiesa non nasce dal "basso", non è il risultato della convergenza degli interessi delle persone che la compongono, non è il frutto dell'impegno o dello slancio di cuori generosi, non è la somma di tanti individui che decidono di stare assieme. La Chiesa viene dall'alto, da Dio. Più precisamente, da un Dio che è "comunione" di tre persone.
Da tale comunione d'amore nasce la Chiesa e verso tale comunione essa cammina. La Trinità è origine e termine della Chiesa.

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