PRIMA LETTURA
Dal libro del profeta lsaìa
Così dice il Signore: «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata».
Dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8,18-23)
Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L'ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità - non per sua volontà, ma per volontà di colui che l'ha sottoposta - nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (13,1-23)
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6 ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. -Un'altra parte cadile sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
IL VANGELO DEL 10 LUGLIO 2011
Nel cap. XIII del suo Vangelo Matteo raccoglie sette parabole di Gesù.
La prima parabola è quella del seminatore o del seme. E' anche la più nota.
Le parabole di Gesù non sono ""storielle " che accarezzano gli orecchi dell'uditorio, ma intendono scuotere, portando a riflettere e a prendere una decisione nei suoi confronti. Il seminatore Gesù sparge il seme dovunque, con "spreco" non scartando nessun terreno, ma ritenendo ciascuno degno di fiducia e di attenzione. Così la Chiesa deve offrire la Parola a tutti e deve farlo senza risparmio di energie. E' la vocazione di ogni cristiano. Tutti sono seminatori della Parola, dal Papa all'ultimo battezzato; ciascuno di noi, ogni mattina dovrebbe "uscire a seminare" senza scoraggiarsi se una parte del seme dovesse cadere su un terreno non buono. Gesù elenca alcuni tipi di terreno che indicano altrettanti atteggiamenti nei confronti del Regno e del Vangelo.
• L'uditore che somiglia alla strada è impenetrabile ed il seme non può attecchire su di lui;
• l'uditore che risponde al terreno sassoso è un superficiale: è facile all'entusiasmo, ma non persevera: appena sente odore di persecuzione, si tira indietro.
• II terreno coperto di rovi è l'uditore che si lascia soffocare dalle seduzioni del denaro e dalle preoccupazioni terrene. In tutte queste situazioni è il Maligno che vanifica e rende improduttiva la Parola.
• C'è però il terreno buono: colui che ascolta la Parola e la comprende, cioè la porta nel cuore e la traduce nell'agire concreto.
A quale tipo di terreno appartieni?
Gesù ci apre gli occhi e ci invita a seguirlo, in un'attesa serena e paziente, senza scoraggiamento e rassegnazione davanti agli insuccessi della missione.