Dal Primo libro dei Re (3,53-12)
In quei giorni a Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante': la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda». Salomone disse: '«Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al pesto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per la quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?». Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. 'Dio gli disse: «Poiché hai domandato questi cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita', dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, `ecco, faccio secondo le tue parale. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come', te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te». -
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani ( 8,2S-30)
Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all'iminagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati. -
Dal Vangelo secondo Matteo (13,44-52)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44« Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. [Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. "Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».]
Le due brevi parabole del tesoro e della perla ci permettono di individuare le costanti di una vera conversione 1 questi le passaggi trovare il Regno di Dio; gioire per la scoperta; vendere tutto per poter comprare il tesoro.
In primo luogo la scoperta dei Regno di Dio. la cosa può avvenire improvvisamente come per il contadino che arando, trova H tesoro insperato. Oppure dopo lunga, assidua ricerca,come per il mercante di perle, Che finalmente trova la perla preziosa a lungo e tanto appassionatamente sognata. Ma in un caso e nell'altro resta il dato primario dell'enorme valore dei Regno di Dio: è il bene più grande che ci sia dato di trovare nella Vita. Perché il Regno di Dio è la vita nuova che Gesù ci offre in dono: provoca la nostra conversione; ci libera da avidità, ambizioni sfrenate, affetti disordinati, paure e pregiudizi.
La gioia per aver trovato il Regno di Dio - è appunto il secondo elemento - consente di
compiere generosamente e senza rimpianti le rinunce e i sacrifici per entrare in una Vita nuova, più piena e più bella. Ce lo dice il particolare che si trova nella prima parabola: il contadino, dopo aver scoperto il tesoro, lo nasconde e "spinto dalla gioia va e vende tutto...". Al contrario dei giovane ricco che all'udire le parole di Gesù ("vendi quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e Seguirli"), se ne andò via triste, "perché aveva molti beni" (Mt 19,16-22). La conversione nasce dall'aver trovato: non ci si converte per trovare, ma perché si è trovato. L'evento della scoperta del Regno di Dio non è una sciagura, è una enorme fortuna: è l'esperienza di un dono immeritato e sorprendente, un incontro che appaga la sete bruciante che ci arde in cuore.
In terzo luogo, la rinuncia ai propri beni per poter "comprare" il Regno. Il distacco dei
discepolo dev'essere radicale. Tutto impallidisce rispetto alla scoperta. Il distacco nasce dall'aver trovato: il vero discepolo non dice: "Ho lasciato", ma: "Ho trovato". Non rimpiange nulla, non invidia nessuno, e si ritiene fortunato. li distacco non è la meta, ma la conseguenza. Si lascia tutto per il Tutto. Se è vero che dov'è il tuo tesoro, là sarà il tuo cuore, allora il cuore lo si è già gettato lì per attrazione fatale.
Il Regno di Dio non è una pena, ma un regalo; non è un peso, è un dono.