Sabato, 27 Lug 24

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Domenica 18 settembre 2011

Dal libro del profeta Isaìa (55,6-9)
Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési (1,20-24.27)
Fratelli, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia. Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo. Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo.
Dal Vangelo secondo Matteo (20,1-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: I1 regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata—. Ed egli disse loro: 'Andate anche voi nella vigna". Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi'. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi. pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo. però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo". Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

IL VANGELO DEL 18 SETTEMBRE 2011
Nelle due domeniche precedenti abbiamo conosciuto lo stile di vita al quale dovrebbero ispirarsi le comunità cristiane facendosi carico dei fratelli, perdonandoli sempre ed aiutandoli.
Le letture di oggi ci fanno considerare come le vie del Signore sono totalmente diverse dalle nostre.
Nella prima lettura il profeta Isaia ci invita ad affidarci alla bontà e giustizia di Dio.
Ci sprona a percorrere il cammino della nostra vita coniugando quattro verbi: cercare Dio, invocarlo, ritornare a Lui, abbandonarsi al Suo perdono.
Il Salmo 144, ci ricorda come la nostra vita può essere serena e feconda se cerchiamo la bontà, la grandezza e la giustizia, perché Egli è vicino a chi lo invoca con cuore sincero. Nella lettera ai Fílippesi l'apostolo Paolo, imprigionato, meditava su cosa fosse meglio per lui: essere condannato e tornare al Padre per vivere eternamente con Lui, o continuare a vivere per trasmettere il Vangelo di Cristo Gesù ai fratelli.
Il Vangelo di Matteo, ci racconta la parabola del padrone che uscito di casa, di buon mattino, cerca "operai" per la sua vigna, trovatili, "si accorda" con loro per un denaro. Uscito poi nelle varie ore del giorno ne trova altri da mandare anch'essi a lavorare. La vigna rappresenta il "Regno di Dio", nel quale tutti noi siamo chiamati a lavorare secondo i "suoi" tempi.
Lavorare nella vigna è: lavorare nella propria coppia, nella famiglia, nel sociale, nella Chiesa e nel mondo.
Per questo lavoro tutti noi ci attendiamo grandi ricompense, dimenticando che il Signore dà a ciascuno il suo.
Il padrone della parabola ha dato a ciascun lavoratore, come ricompensa, un denaro, senza tener conto delle ore lavorate, delle lamentele dei primi che si aspettavano una ricompensa maggiore.
L'invidia e l'egoismo affiorano spesso nelle relazioni umane facendoci dimenticare la frase di Gesù, "Gli ultimi saranno i primi, e i primi ultimi'.

Perl a riflessione personale:
- Negli avvenimenti della nostra vita scegliamo "la nostra via" o" la via di Cristo"?
- Il padrone "buono" dà a tutti lo stesso compenso, siamo d'accordo o ne siamo invidiosi?
- Nella "vigna" Cristo accoglie tutti, nei nostri gruppi siamo aperti a tutti?

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