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Domenica 10 gennaio 2010

Dal libro del proféta Isaia (40,1-5.9-11)

«Consolate, consolate il mio popolo, - dice il vostro Dio -. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata,, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato». Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie a Sion! Alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».

Dalla lettera di San Paolo ap. a Tito (2,11-14; 3,4-7)

Carissimo, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini, e ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani', e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone. Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un'acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbandona per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

Dal Vangelo secondo Luca (3,15-16.21-22)

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «lo vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».

IL VANGELO DEL 10 GENNAIO 2010

Finito il tempo natalizio, ritroviamo Gesù ormai adulto, sulle rive del Giordano. Sta per iniziare la sua missione. Il popolo, preparato convenientemente da Giovanni Battista era in attesa del Cristo. L'evangelista Luca descrive in modo meraviglioso la forza e la persuasione del Battista, nell'indicare al popolo proprio Gesù come il Cristo, il Messia che esso attendeva. Anche Gesù si lascia battezzare dal Battista e rimane in preghiera. Il tema della preghiera è caro a Luca. Gesù nella preghiera ( del Giordano, della trasfigurazione, dell'agonia) vive con maggiore intensità la sua condizione di Figlio. " Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento" . la voce del Padre è tutta concentrata su Gesù. Si sente l'eco dei canti del profeta Isaia sul Servo sofferente: dunque il battesimo di Gesù e il mistero pasquale sono in stretta relazione. Il battesimo è per Gesù la sua consacrazione in qualità di Messia, Servo sofferente. La morte di Gesù sarà la consumazione e la pienezza del suo battesimo.

Concetta Tomasetti

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