4^ Domenica Ordinaria (C)
Dal libro del profeta Geremia (1,4-5.17-19)
Nei giorni del re Gìosìa, mi fu rivolta questa parola del Signore: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni. Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi, alzati e dì' loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro. Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti».
Dalla prima lettera di S.Paolo Ap. ai Corinzi (13,4-13) - forma breve
Fratelli, la carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!
Dal Vangelo secondo Luca (4,21-30)
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: "Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria"!». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Nàaman, il Siro». All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costituita la loro città, per gettarlo giù. Ma cammino.
IL VANGELO DEL 31 GENNAIO 2010
Luca, che ci accompagnerà quest'anno, è un pagano convertito da Paolo; per lui l'incontro con Cristo ha significato conoscere il volto misericordioso di Dio, così diverso dagli dei capricciosi -e scostanti di greci e latini. Il suo Vangelo ci racconta di un Dio tutto serenità e gioia, tutto tenerezza e verità. Ma il Vangelo di oggi manifesta drammaticamente una realtà sempre attuale: il rifiuto di Dio da parte dell'uomo; lo abbiamo celebrato nel passato Natale: Dio è presente, l'uomo risulta il grande assente della Storia. Domenica scorsa - ricordate? - Gesù commentava il rotolo di Isaia annunciando che le promesse di un anno di grazia si stavano realizzando e che l'oggi di Dio era finalmente arrivato. La reazione che ne consegue è durissima: la gente non accetta che il figlio di Giuseppe, il carpentiere, faccia il profeta. Troppo conosciuto questo Messia, troppo deludente, troppo umano per scuotere i concittadini di Nazareth, troppo banale per poter solleticare gli appetiti spirituali. Sembra di leggere in filigrana la storia del profeta Geremia: anche lui mandato da Dio ad Israele a chiedere attenzione e conversione, vivrà tutta una vita d'incomprensione e scontro fino ad essere ucciso. Gesù rivela il vero volto di Dio; lui conosce il Padre, perché il Figlio di Dio è venuto sulla terra per dirci chi è Dio, come è fatto. E il Dio di Gesù è splendido: un padre premuroso e maturo che sostiene i suoi figli, li tratto con dignità, li lascia liberi e autonomi per realizzarsi e crescere, affida loro un mondo da custodire e coltivare. Ma, a Nazareth come oggi, non tutto va da sé. L'uomo rifiuta il vero volto di Dio.