Il titolare della società che ha acquistato il box commerciale in Piazza spiega il perché della sua clamorosa offerta
Perché mai un immobile valutato circa 80mila euro è stato acquistato a circa 180mila euro? Quei centomila euro in più che la L.R. Legno srl di Ugo Rubicondo verserà al Comune per l’acquisto del box commerciale in Piazza Umberto I, il locale di circa 82 mq. un tempo funzionale alla stazione di rifornimento ubicata nei pressi dell’ex cinema ed oggi utilizzato da AssoCia, non sono passati inosservati e se hanno dato un po’ di ossigeno alle casse comunali hanno fatto anche sorgere qualche domanda. Un modo per ingraziarsi gli amministratori in vista di qualche operazione più redditizia? Una sorta di “valigetta” legale contenente denaro contante (la differenza tonda tonda, o quasi, di 100.001 euro non è sembrata proprio casuale)? Passare da 79.680 euro a 179.681 euro per un modesto locale semifatiscente seppure centralissimo è sembrato un azzardo, a maggior ragione se si pensa che le altre offerte (in totale erano sette) sono state battute di quasi 50mila euro. Ma Ugo Rubicondo bolla ogni maliziosa interpretazione come un inutile esercizio di fantasia.
Sig. Rubicondo, la sua offerta ha fatto un certo clamore…
«Me ne sono accorto… ma evidentemente qualcuno non ha fatto bene i conti: pagare 2mila euro al mq. un locale commerciale in Piazza Umberto I non è poi così tanto come sembra».
Però centomila euro in più tondi tondi sul prezzo a base d’asta non sono sembrati casuali…
«Chi mi conosce sa che negli affari non vado per il sottile. Certo, mi sono tenuto un po’ alto, ma volevo evitare sorprese: “chi disprezza vuol comprare” è un detto che ben si adatta a questa circostanza visto che, a quanto pare, non ero l’unico ad aver messo gli occhi su quell’immobile».
Cosa ne farà?
«Una sala espositiva per la mia azienda, una vetrina al centro della città che mi farà risparmiare molti soldi di pubblicità. Già ne ho altre due, una a Pompei e l’altra a L’Aquila, e vanno bene. Ho già affidato l’incarico di progettazione della ristrutturazione ad un noto architetto italo-spagnolo, Diego Granese. L’idea è quella di svuotare completamente il locale e valorizzarne l’interno grazie alle ampie superfici vetrate».
Per molto tempo si è parlato del suo progetto di un parco residenziale in via Roma bocciato dalla giunta…
«Quell’idea è morta e sepolta. Se avessi voluto ancora perseguirla avrei presentato ricorso al Consiglio di Stato. Ed, invece, c’ho messo una pietra sopra per puntare sul centro commerciale, sfruttando l’attuale destinazione di quell’area, con un complesso da 10mila mq. su tre livelli che sarà realizzato non appena non ci saranno più ostacoli. Tra l’altro, i rapporti con l’Amministrazione comunale sono pessimi e tali sono destinati a restare. Basti pensare che l’Ufficio tecnico ancora non è stato in grado di quantificarmi l’importo degli oneri di costruzione…. Ma ormai è solo questione di giorni».
Eppure con la legge sul “Piano casa” la sua idea originaria poteva essere ripresa in considerazione…
«Non sono uno speculatore come qualcuno temeva andando a fare pressioni a destra e a sinistra per ostacolarmi. Il mio progetto fu bocciato perché, hanno detto, avrebbe avuto un forte impatto sul centro della città, ma non considerarono che un centro commerciale sarebbe stato anche peggio. Grazie alla legge sul “Piano casa” nel giro di pochi anni, se non mesi, Atripalda sarà invasa dal cemento, con due-trecento nuovi appartamenti. Il risultato sarà che al centro si costruiranno i centri commerciali ed in periferia gli appartamenti, ovvero l’esatto contrario di ciò che prevede un corretto ed equilibrato sviluppo urbanistico».
Commenti
Bisognava farlo costruire a via Roma, imponendo delle opere di utilità pubblica (le aveva anche accettate) quali un nuovo ponte pedonale sul fiume Sabato, parcheggi, ed altre strutture di uso pubblico.
Invece i vari Enzo Aquino, Tuccia, il medico Tomasetti ed altri supercompagni, hanno deciso che non doveva costruire gli appartamenti al centro.
Adesso farà l'ennesimo centro commerciale, ingolfando la viabilità al centro e distruggendo ciò che resta del piccolo commercio atripaldese. Contenti i compagni?
Adesso diranno che mi sbaglio...
Ma questa storia va ricostruita riportando i fatti, compreso quel parere negativo della Provincia che si fece fare il compagno Aquino dalla compagna presidente...
Certo l'offerta "vincente" mi ha fatto riflettere... nonostante le parole "rassicuranti" dell'acquirente ... uno che pensa in grande... diciamo che è andato in "all-in" con scala reale... chi avrebbe potuto competere?
Peccato... storie di uno sperduto paese del profondo sud...
Ps: pensavo di essere il solo ad aver storto il naso alla notizia... menomale!! :)
Luca Criscuoli