Mercoledì, 01 Gen 25

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Strumolo sul mercato: La decisione del Tar ci soddisfa pienamente

L’imprenditore solidarizza con gli ambulanti che domani non potranno montare le proprie bancarelle. Burrascosa riunione al Comune questo pomeriggio

È iniziato intorno alle 16:30 a Palazzo di Città ed è terminato pochi minuti fa l’incontro fra l’Amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore al commercio Di Pietro, ed i rappresentanti degli ambulanti per discutere della decisione adottata dal sindaco Laurenzano di consentire lo svolgimento del mercato di domani, giovedì 9 settembre, solo nell’area di Parco delle Acacie. Il fronte degli ambulanti non è apparso compatto ma non sono escluse clamorose forme di protesta. Da un lato vi sono i 90 non alimentaristi che, essendo dislocati lungo via San Lorenzo, domani non potranno montare le proprie bancarelle e saranno costretti a guardare lavorare i loro 115 colleghi dislocati sia all’interno che nelle immediate adiacenze del parco. Il provvedimento è scaturito dai decreti emanati questa mattina dal Tar di Salerno (848/2010 e 849/2010) che, in seguito all’istanza cautelare urgente presentata dall’Amministrazione comunale il 2 settembre scorso, ha sospeso l’annullamento della delibera di Consiglio comunale che stabiliva la delocalizzazione provvisoria del mercato. E tutto lascia supporre, in vista dell’udienza già fissata per il 23 settembre, che i decreti emanati questa mattina possano rappresentare un’anticipazione della pronuncia definitiva del Tar. Attilio Strumolo, intanto, in rappresentanza del gruppo Prosidea, appare quasi sollevato: «A noi interessava soltanto che fosse riaperta via San Lorenzo e registriamo con grande soddisfazione la decisione assunta dal Tar questa mattina. Lo abbiamo già ribadito in più circostanze che non abbiamo nulla contro il mercato, anzi, esprimiamo solidarietà a quegli ambulanti che domani non potranno svolgere il proprio lavoro, ma tutti sanno che abbiamo tentato fino alla fine di trovare un accordo con l’Amministrazione e se non è accaduto la colpa non è nostra. Così come confermiamo sin d’ora la nostra ferma intenzione di continuare a tutelare i nostri interessi imprenditoriali fino al punto di ricorrere alla giustizia europea se sarà necessario».

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