La vicenda si riferisce alla gestione del bar di Parco delle Acacie. Dopo l'aggiudicazione all'Associazione "Amica" il Comune ha fatto marcia indietro. Chiesto danni per 40mila euro
Nei giorni scorsi, il legale di fiducia dell’Associazione Amica ha protocollato la richiesta per un totale di 39.900 euro per danni subiti nella vicenda della gara annullata circa l’assegnazione del bar all’interno del Parco delle Acacie. L’avvocato Antonio Di Palma, che segue la vicenda dall’inizio, ha presentato un dettagliato dossier di tutte le spese prodotte e interamente documentate con fatture e bonifici. La richiesta è solo l’ultimo capitolo di una questione iniziata alla fine di luglio del 2009, quando il Comune di Atripalda decise di mettere a bando la gestione del bar all’interno del parco. Alla gara parteciparono due associazioni, Amica e Sporting Atripalda e una ditta denominata Lucky sas. Le buste furono aperte alla presenza dei membri della commissione e seguì, in data 4 agosto 2009, l’assegnazione della gara. Ad aggiudicarla fu proprio l’associazione Amica del presidente Alfonso Santosuosso e del socio Antonio De Vinco, per un totale di investimenti previsti pari a 78mila euro, con canone di 10.300 euro annui per 6 anni e con possibilità di rinnovo per altri sei. Il Comune, attraverso lettera protocollata, affidava all’associazione Amica un vano di 65 mq più il giardino attiguo. Santosuosso e De Vinco, a seguito dell’assegnazione di gara, si sono attivati ed hanno chiamato tecnici e ditte per dar via ai lavori per il nuovo locale in cui era prevista la somministrazione di cibi e bevande nonchè attività ludiche all’interno dei gazebo. Progettisti e tecnici hanno chiuso il loro primo lavoro entro un mese dall’assegnazione della gara e inviato la DIA all’Ufficio Tecnico il 25 settembre del 2009. Da allora l’associazione Amica non ha ricevuto alcuna risposta, neanche a seguito della richiesta di consegna delle chiavi della struttura per l’inizio dei lavori: silenzio totale sulla vicenda fino alla tarda mattinata del 31 dicembre 2009, quando Santosuosso e De Vinco vengono chiamati al Comune per una comunicazione a voce su un presunto approfondimento da parte del segretario comunale, il dottor Antonio Fraire. Pare che il segretario, rileggendo il verbale, si sia accorto di un mero errore nella procedura e insieme al responsabile del settore, Di Giuseppe, abbia deciso di annullare la gara e il non luogo a procedere, provvedimento che viene poi firmato il 4 gennaio del 2010, praticamente sei mesi dopo l’assegnazione.
Dopo questa decisione, sulla faccenda cala nuovamente il silenzio, nonostante le richieste dell’associazione Amica di avere notizie su quanto accaduto. Il responsabile del settore invia una lettera ordinaria il 2 giungo del 2010 all’associazione Amica in cui si invitano i responsabili a presentare la documentazione sulle eventuali spese effettuate. La lettera viene però consegnata a mano, su esplicita richiesta dei responsabili dell’associazione aggiudicatrice, solo l’8 agosto del 2010 dal momento che le poste non l’avevano mai consegnata.
In sostanza la missiva rappresenta una chiara ammissione di colpa su quanto accaduto dall’estate del 2009 all’estate del 2010. Per la serie: abbiamo scherzato, scusateci e diteci quant’è. L’associazione, nonostante la gara vinta e i danni per i mancati ricavi, decide di inviare solo la richiesta delle spese certificate, con la speranza che la querelle si chiuda entro un mese dalla richiesta. Ma la storia non finisce qui, poichè gli stessi attori hanno deciso di mettere in campo già il sequel: nei giorni scorsi si è costituita una commissione per la presentazione di un nuovo bando per l’assegnazione del bar all’interno del parco. Visto il successo riscosso con il primo film, facciamo subito il seguito. Ma sembra che i soci dell’Associazione Amica siano orientati a non presentarsi più.