Mercoledì, 01 Gen 25

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Chioschi, tavolini e ombrelloni: ecco le regole

Approvato il documento delle autorizzazioni per gli arredi urbani antistanti gli esercizi commerciali

I gazebi potranno essere al massimo di 32 mq.

Parametri precisi, quelli espressi nel regolamento approvato in Consiglio Comunale e predisposto dall'arch: Carla Famiglietti per 1.200 euro circa le autorizzazioni per l’esposizione e l’utilizzo all’aperto di gazebo, pedane, tavoli, sedie ed ombrelloni delle attività commerciali e di ristoro sul suolo pubblico. Le linee guida sono state la necessità di disciplinarne la comparsa in base ad un utilizzo armonico e funzionale degli spazi pubblici tenendo conto del contesto in cui queste strutture si pongono. Di positivo, ovviamente, c’è l’aspetto d’incentivo per le attività commerciali (bar, ristoranti, pub, rosticcerie) che con i gazebo possono trarre benefici economici e di attrazione e che, di conseguenza, divengono benefici per la stessa città di Atripalda. Parallelamente, il regolamento va a tutelare il decoro dell’arredo urbano (contendo gli eccessi e la creazione di ostacoli) e la tradizione architettonica (stabilendo le aree dove l’uso di arredi esterni è vietato).

I primi ad essere sotto osservazione sono gazebo, pedane e ombrelloni, tutti caratterizzati dall’elemento di precarietà e di temporaneità: per essi, l’autorizzazione deve essere rilasciata dall’ufficio tecnico e le dimensioni sono ben stabilite. Una superficie massima di 32  metri quadrati realizzata da un massimo di due moduli (ognuno da 16 metri quadrati) di gazebo, un’altezza non superiore ai 3 metri, una base in legno trattato che non permetta eccessivo accumulo di rifiuti ma renda possibile il normale deflusso delle acque piovane e rivestimenti di materiale ignifugo ed impermeabile su pannelli di alluminio. All’interno, invece, i riscaldamenti devono essere installati rispettando le norme sulla sicurezza mentre indispensabile è il rispetto delle norme antincendio e delle norme di sicurezza elettriche. Inoltre, tavoli, sedie ed arredi esterni non dovranno essere ancorati al suolo ma risultare perfettamente rimovibili, mentre gli elementi di delimitazione dell’area di ristoro non dovranno superare il metro d’altezza.

Numeri e misure anche in prospettiva orizzontale: sia i marciapiedi che le aree autorizzate, possono essere occupate massimo per metà della loro lunghezza  e solo se a rimanere libera per i pedoni sia una zona pari a non meno di 2 metri; è inoltre importante mantenere gli arredi in perfetto stato di ordine e pulizia. Nel momento di richiesta per l’autorizzazione, che ha validità rinnovabile di 6 mesi, i gestori saranno tenuti a dimostrare l’avvenuto pagamento di Tarsu (tassa smaltimento rifiuti solidi urbani) e Tosap (tassa occupazione spazi e aree pubbliche) nonché a versare la somma di 200 euro al Comune come deposito cauzionale restituito qualora, a fine del periodo di concessione, il comune non riscontri danni al suolo pubblico. Le sanzioni per il mancato rispetto del regolamento oscillano tra i 25 e i 500 euro fino alla revoca dell’autorizzazione: controllori del caso sono gli agenti della Polizia Municipale nonché il responsabile del settore tecnico. I proventi delle sanzioni pervengono all’uno o all’altro, in base alla rispettiva dipendenza di chi ha eseguito gli accertamenti.

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